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FOGGIA/ GLI AFFARI DELLA MALA. NUOVE ALLEANZE. UNA TRENTINA I CLAN CENSITI NELLE MAPPE DELLA DIA E CHE COPRONO QUASI TUTTA LA CAPITANATA.

È il… gossip della quarta mafia d’Italia, il chi-sta-con-chi, dove alleanze tra clan significano affari e scambi di favori, protezione ai latitanti e killer in prestito per uccidere… fuori casa.

Una trentina i clan censiti nelle mappe della Dia e che coprono quasi tutta la Capitanata, il solo Subappennino isola felice pur con qualche fermento criminale a Lucera.

Chi sta con chi – In Capitanata “mafiano” tre organizzazioni. La più forte è la “Società foggiana” strutturata nei 3 clan Moretti/Pellegrino/Lanza; Sinesi/Francavilla; e Trisciuoglio/Tolonese “tutti dotati di margini di autonomia decisionale e operativa, ma facenti capo a un nucleo direttivo costituito dalle figure di vertice delle singole batterie” secondo l’analisi della Dia. Ci sono poi mafia garganica e mafia cerignolana. Foggiani e garganici sono alleati storici, fanno affari, si aiutano per proteggere latitanti e prestandosi killer. La mafia cerignolana – la più ricca e capace di diversificare gli affari tra droga, armi, riciclaggio, furti e assalti ai blindati, ma anche la meno colpita da inchieste giudiziarie negli ultimi vent’anni – lavora con chiunque ha soldi a sufficienza per rifornirsi di droga e armi, senza immischiarsi e schierarsi nelle guerre di mala altrui.

La rete dei Moretti – Il clan Moretti/Pellegrino/Lanza ha rapporti coi sanseveresi, il gruppo La Piccirella/Testa; il clan Gallone di Trinitapoli; la famiglia Gaeta di Orta Nova; i Romito di Manfredonia (gruppo definito nelle ultime mappe come Romito-Lombardi-Ricucci) che a sua volta su Vieste è alleato del clan Raduano, nato dalla scissione della batteria di Notarangelo prima che il capo, Angelo Notarangelo, venisse ucciso nel gennaio 2015, omicidio che diede il via a una scia di sangue nella capitale del turismo pugliese con 11 morti ammazzati, 1 lupara bianca, una decina di feriti e scampati: ci si contende l’affare droga, vista l’importanza geografica del Gargano le cui coste sono un approdo per scaricare tonnellate di hashish e marijuana provenienti dall’Albania e destinate ai mercati anche nazionali.

Quella dei Sinesi – Sull’altro fronte, stando a indagini e dossier, il gruppo Sinesi/Francavilla, rivale storico della batteria Moretti, ha legami con i Nardino di San Severo; i Libergolis di Monte Sant’Angelo, la famiglia di allevatori che ha superato la crisi di inizio millennio dopo le condanne nel maxi-processo alla mafia garganica, riassumendo un ruolo egemone, “grazie a un processo evolutivo” scrive la Dia “generatosi non solo dalla centralità acquisita nel traffico di stupefacenti anche fuori regione” (rapporti con cosche calabresi) “ma anche dalla capacità imprenditoriale finalizzata al controllo dei settori economici più importanti e remunerativi”. Su Vieste alleata dei Libergolis è la batteria Perna-Iannoli rivale del gruppo Raduano nella sanguinosa guerra locale, che ha visto cadere anche il presunto capo clan Girolamo Perna, ucciso nell’aprile 2019 dopo essere sfuggito a altri due agguati.

La batteria Trisciuoglio/Prencipe – Fa capo a un nome storico della “Società”, Federico Trisciuoglio; ed a Raffaele Tolonese che dopo la scarcerazione dei primi mesi 2006, assunse un ruolo di vertice. “Questa batteria della “Società” apertamente schierata in favore dei Moretti/Pellegrino/Lanza” scrive la Dia “ha sviluppato sinergie con mafiosi della provincia, con il clan Romito su Manfredonia e con elementi della criminalità di Orta Nova”.

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