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SCHITTULLI: “AUMENTANO I CASI DI CANCRO AL SENO”. LA LILT STA PER VARARE L’APPUNTAMENTO CON “OTTOBRE, MESE ROSA, PREVENZIONE, LA MIGLIORE AMICA DI OGNI DONNA”

«Un seno è qualcosa di rotondo e di caldo. Se Dio non lo avesse creato – scrisse Renoir – non so se io avrei fatto il pit­tore».

La mammella è organo provvidenziale per la riproduzione, per l’allattamento, per l’estetica ma, a volte, purtroppo, un cancro assale questo prezioso organo. Quale ne è l’epidemiologia? Chiediamo al prof. Francesco Schittulli,senologo chi­rurgo oncologo, direttore “Breast Unit” del Mater Dei Hospital di Bari.

«In Italia 60.000 nuovi casi, quest’anno; 45% di tutti i tumori nella donna; nel mon­do 10 milioni circa -e, se non lo si dia­gnostica quando è ancora “bambino”(è possibile rile­varlo quando esso è ancora invisibi­le), esso cresce e si dirama, emigra, colonizza altri or­gani ed è subito ri­schio di morte (12.000 per anno, in Italia; 10 milioni circa nel mondo)».

Una condanna senza rimedi?

«C’è possibilità di prevenire il male, diagnosticarlo, da “bambino” appun­to, e, quindi estirpabile in radice, portare a guarigione una percentuale di donne col­pite che sfiora il 90 per cento».

Quale condotta adottare?

«Screening accurati e strategie terapeu­tiche “modulabili” rendono la malattia più curabile, a favore di un tasso di so­pravvivenza sempre più prossimo al 90% e di una migliore qualità di vita. Lo scree­ning (mammografia, ecc.) rappresenta la svolta verso diagnosi precoci (tumore pre­sente, in situ, ma non palpabile), antici­pate e salva-vita. Noi, più volte e docu­mentatamente, abbiamo proposto che es­so venga anticipato ai 40 anni di età con controlli annuali nelle donne a rischio e

con familiarità di patologia. Noi, nel 100° anno di vita della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) che presiedo in campo nazionale, ci apprestiamo a varare l’appuntamento con “ottobre, mese rosa” per sottolineare “Prevenzione, la migliore amica di ogni donna” e raggiungere, quan­to prima, il traguardo “No women with cancer” e, quindi, mortalità zero (la pre­sentazione di Schittulli’, a Roma, il 29; ma­drina, Francesca Fialdini, conduttrice Rai; ndr).

La pandemìa ha influenzato lo scree­ning?

«Purtroppo, nel 2020-2021 (Covid), si sono registrati oltre 3 milioni di screening in meno (800.000 del seno) causa, così, di oltre 4.000 casi di cancro mamma­rio».

È possibile pre­venire la com­parsa di questo tumore?

«Anzitutto, la pre­venzione con stili di vita sani prima, du­rante e dopo la dia­gnosi. La mammo­grafia e, quando e se necessari, altri esa­mi collegati, l’auto- palpazione fin da ragazze e uno stile di vita sano sono ba­silari. Ma il cancro è malattia ambientale su base genetica, co-alimentato da 499 sostanze cancerogene (120 certe) e costa, alla società mondiale, oltre 2.000 miliardi di dollari l’anno».

 Come individuare le persone a ri­schio?

«Necessita ricostruire l’interazione tra abitudini di vita, fattori ambientali e ca­ratteristiche genetiche e metaboliche in­dividuali».

Quale prevenzione?

«La primaria si basa sulla lotta al taba­gismo ed alla cancerogenesi ambientale e professionale, al favorire corretta alimen­tazione (la Mediterranea si propone come la migliore), regolare attività fisica aerobica (“aer” si riferisce all’uso dell’os­sigeno nel processo di produzione di ener­gia dei muscoli) come marcia, passeggia­ta, corsa, nuoto, bici, sci, ecc. Questi, da soli, cooperano ad abbassare del 40% circa il rischio di cancro mammario. La secon­daria ha, come fulcro, la diagnosi precoce. La terziaria si avvale della riabilitazione psicologica, fisica, sociale e occupaziona­le».

Quale futuro per i tumori?

«L’incidenza, a partire da quello della mammella, è aumentata in tutto il mondo e sono in corso analisi inerenti anche l’esposizione a fattori di rischio in giovane età (ci sconcerta l’esordio sempre più pre­coce che ha regi­strato un aumento drammatico negli under 50 anni)».

Fattori di ri­schio?

«Alcol, fumo, obe­sità, cibi altamente trasformati, espo­sizione ambienta­le, privazione del sonno, familiarità, predisposizione ge­netica, microbio- ma».

Si può scoprire precocemente il cancro?

«Oggi, sempre più, grazie allo svilup­po della diagnosti­ca: biopsia liquida per una medicina personalizzata, con analisi del DNA libero circolante nel sangue, perché il rischio di cancro può esservi scritto già alcuni anni prima della diagnosi. La nostra speranza, non illusoria, è scoprire un tumore solo con un prelievo di sangue, prima che com­paia un sia pur minimo segno».

Come evitare le mestatasi?

«Queste sono addebitabili a cellule che si staccano dal tumore iniziale, entrano nel circolo sanguigno e conquistano altri or­gani dove fermarsi, ricominciare a cre­scere e far danni. Lo sviluppo scientifico ci consente di prevedere la possibilità di bloccare, alla base, questo processo».

Come, in particolare?

«L’immunologia tende a scoprire come ri­svegliare le cellule immunitarie, i linfociti T, che il furbo tumore ha “narcotizzate”. In prospettiva, un vaccino capace di “istruire” il sistema immunitario (di di­fesa) e ottimizzare la risposta dell’orga­nismo contro il cancro».

Le innovative tecnologie avanzate possono giovare alla lotta? «Rappresentano un insperato valore ag­giunto, specie la genomica (le discipline omiche, biomolecolari che utilizzano le tecnologie di analisi, consentendo elevata produzione di informazioni utili per de­scrivere, interpretare il sistema biologico umano) si pone al servizio del clinico e della ricerca di base grazie all’im­piego di marcatori molecolari in dia­gnostica ed alla va­lutazione progno­stica delle patolo­gie (cancro com­preso) per diagnosi più esatte e terapie personalizzate di precisione».

Rientra anche l’intelligenza Artificiale (I.A.)?

«Questa trova ap­plicazione anche nella robotica me­dica, chirurgica e della ricerca e nella me­dicina per la diagnosi del cancro. Essa garantisce diagnosi più precise, migliora le immagini, in senologia, di eventuali lesioni precancerose (diagnosi anticipate) e del killer più frequente, carcinoma mam­mario (fa registrare riduzione assoluta di circa il 6% di falsi positivi e del 10% dei falsi negativi)».

Altri vantaggi specifici?

«La radiomica (branca dell’I. A che legge, a mezzo di sofisticati software e con risultati risolutivi ottimizzati, i dati contenuti nel­le immagini radiologiche ed ecografiche) evita il ricorso diagnostico al linfonodo sentinella».

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