In queste ore è venuto a mancare un giovane che conoscevo da quando era nato. Aveva 39 anni ed era un brillante ingegnere.
Era un po’ che non lo vedevo. Ma questo non ha ridimensionato la mia reazione come credo quella di tanti altri del paese che lo conoscevano e anche di quelli che non lo conoscevano.
La morte di un giovane lascia inebetiti, increduli. Il primo pensiero è per lui, per l’interruzione del suo progetto di vita, con sua moglie Giada, per i suoi genitori, Antonella e Matteo, per lo sforzo che dovranno fare per sopravvivere, poi per la sorella, i parenti, e poi per tutti noi, che meno vicini siamo comunque partecipi, perché la morte di un giovane colpisce tutta la comunità, ognuno viene toccato nell’affetto, nel senso di impotenza, nel dolore in quanto umani in grado di entrare in sintonia con il dolore altrui, e ci spinge a riflettere, a interrogarci, a ricercare un senso nella perdita. Una vita che si spegne troppo presto toglie un po’ di futuro e di fiducia a tutti. Si dice che la perdita di un figlio è l’evento più stressante che un essere umano possa sperimentare. La perdita di tanti progetti futuri, l’inutilità di tanti sforzi passati. Il lutto per un figlio forse non finisce mai, si può solo imparare a sopportarlo.
L’auspicio e di trovare la forza.
Ciao Giacomo
n.