Il lungo suono delle sirene ha accompagnato il feretro di Maurizio De Girolamo all’uscita dalla cappella obitoriale dell’ospedale di San Severo.
È così che la ASL Foggia ha voluto dare l’ultimo, commosso, saluto al medico del 118 che ha perso la vita sabato scorso nell’incidente dell’elicottero su cui viaggiava con altre sei persone.
“Abbiamo subito un colpo durissimo – ha commentato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano -. Il lutto regionale proclamato nelle giornate delle esequie è un modo simbolico per dire grazie a chi ha perso la vita in questa tragedia e a chi, per offrire a noi tutti servizi sanitari, di trasporti, per la nostra sicurezza e incolumità, spesso sacrifica la propria vita come purtroppo accaduto in questo triste evento. Oggi, in modo particolare, abbiamo ricordato Maurizio, uomo e medico allegro, competente, pieno di buona volontà, instancabile, che ha risolto tanti problemi nella sua vita agli altri. Noi purtroppo oggi lo piangiamo, la sua mancanza si sentirà moltissimo”.
Accanto al presidente Emiliano, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, il vice presidente della Giunta regionale Raffaele Piemontese e il sindaco di San Severo Francesco Miglio. Insieme, hanno consegnato, nelle mani del primogenito Carlo, il camice del padre Maurizio.
Presenti in chiesa anche l’assessore regionale Rosa Barone, il prefetto di Foggia Maurizio Valiante, insieme alle autorità civili e militari e alla cittadinanza.
“Oggi – ha commentato il commissario straordinario della Asl Foggia Antonio Nigri, affiancato dal direttore sanitario Franco Mezzadri e dal direttore amministrativo Michelangelo Armenise – salutiamo una colonna della nostra Azienda e lo facciamo con le parole degli operatori che hanno lavorato gomito a gomito con Maurizio al 118 e al Pronto Soccorso. Una goccia di testimonianza della passione e dell’amore con cui Maurizio ha svolto il suo operato”.
“Lui diceva sempre – ha ricordato Francesco Marino, medico del 118 delle Isole Tremiti – che il lavoro non si abbandona. Non si lascia un turno, scoperto perché potrebbe esserci sempre qualcuno che ha bisogno di noi. Il nostro rammarico è stato quello di non aver potuto aiutare lui nel momento del bisogno. Ora le nostre strade si dividono. Resta in noi il ricordo indelebile della persona splendida che era”.
“Se qualcuno mi chiede chi era Maurizio – ha raccontato Antonella De Pilla, infermiera del 118 delle Tremiti – io rispondo a tutti che per me Maurizio è stato, è e sarà sempre la persona con cui era un onore lavorare. Maurizio non era solo il medico, è diventato l’amico, il fratello maggiore. Era quello con cui potevi lavorare in serenità perché ti dava sicurezza. Era quello sempre disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Bastava che guardasse in faccia un paziente per capire se aveva qualcosa di serio e in quel caso non si tirava mai indietro. Maurizio era un medico di altri tempi, che svolgeva la sua professione con umiltà e passione”.