I cambiamenti climatici stanno interessando anche i mari italiani con ripercussioni soprattutto nell’Adriatico dove la temperatura dell’acqua si è notevolmente innalzata. In questi giorni se ne sta parlando grazie ad una serie di incontri organizzati dal Parco Nazionale del Gargano che sta monitorando l’area marina protetta delle Isole Tremiti.
“Il progetto Mare Caldo – ha ribadito Alessandro Gianni di Greenpeace – sta mettendo in evidenza come anche i nostri mari stiano soffrendo l’impatto dei cambiamenti climatici. Per affrontare questa crisi oggi più che mai è necessario da un lato liberarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili e dall’altro tutelare gli ecosistemi marini più sensibili. Si è visto che laddove proteggiamo la biodiversità dall’impatto di attività umane distruttive gli organismi sono in grado di riprendersi e adattarsi a un cambiamento che purtroppo è già in atto”.
Ma come sta il mare del Gargano? “Diciamo che ha la febbre – afferma Matteo Iacovelli di Mare Vivo – ma può guarire. Come? Con un po’ di attenzione da parte nostra, ad iniziare dall’evitare di gettare in mare plastica e residui chimici”. “La prima cosa è il rispetto dell’ambiente – aggiunge Marino Masiero di Assonautica. Istituire una cabina di regia con a capo tutti i comuni e gli enti sovracomunali, ma soprattutto la coscienza di noi operatori turistici che dobbiamo iniziare a puntare su un prodotto turistico di transizione ecologica”.
Intanto gli abitanti, i pescatori e gli operatori turistici delle Tremiti pretendono un regolamento che disciplini la navigazione nel mare dell’arcipelago. “Il regolamento – ha detto il presidente del Parco, Pasquale Pazienza – è pronto ed è stato già trasmesso al Ministero della Transizione ecologica. Attendiamo solo la conclusione dell’iter procedurale. Sarà attuato entro la fine dell’anno. Cambieranno molte cose”.