Francescantonio Lopriore Cariglia, classe Ì946, nativo di Vieste, vive da anni a Gorizia. È un personaggio eclettico nella vita e nella produzione letteraria. Con una cultura giuridica ed economica, oltre a una laurea in lingue e letterature straniere, prima di entrare come funzionario in Banca d’Italia, ha maturato esperienze professionali in Italia e all’estero come interprete-traduttore e insegnante di italiano nelle scuole di lingua tedesca in Alto Adige. Autore di un dizionario etimologico sui dialetti garganici apprezzato anche in ambito accademico, ha scritto vari romanzi storici ambientati nel Gargano all’inizio del Settecento. Tradotti in inglese, sono stati ben accolti nei paesi anglofoni. Tra i titoli più accattivanti “Un vescovo scomodo” (Besa, 2011); “Delitto nel bosco”, “Il fuoco sotto la cenere” (Besa 2021).
Niccolò Castropietro, protagonista di questa saga, è un esempio emblematico del potere assoluto della Chiesa durante 1′ ancien régime. Di umili origini, supera i pregiudizi e le difficoltà del suo tempo arrivando ad assumere il ruolo di vescovo. In questa veste, viene inviato prima a Canosa e poi a Vieste. Ma nel quotidiano operare, il suo carattere irruente, in un paese che gli rema contro, saranno causa di rocambolesche disavventure.
La storia è raccontata da Otto von Reipol, un austriaco di nobili origini compagno di vita e di avventure di Niccolò. Lopriore Cariglia, con il suo ultimo libro intitolato “Nonsenso” (pubblicato su Amazon come autore indipendente), dà una sorprendente, brusca sterzata ai suoi temi soliti, per calarsi nell’attualità delle crisi di coppia. Ivano, il protagonista del romanzo, è un uomo di successo, un marito appagato e un illuminista pragmatico, che nei momenti bui della vita trova consolazione nella filosofia Ma quando un giorno scopre di essere rimasto solo al mondo – la moglie Edda e le giovani figlie sono state misteriosamente assassinate in casa -, le sue certezze crollano. Ivano avverte il “nonsenso” della sua vita e si chiude in un isolamento che lo porta progressivamente a distaccarsi dalla realtà, alternando ossessivamente due soli pensieri: il ricordo tenero dei giorni felici e l’odio implacabile.
L’autore, con stile incalzante, segue le mosse del protagonista, in uno storytelling avvincente per i continui, inattesi colpi di scena, sino al finale drammatico ma carico di speranza. Ivano non è quello che il lettore ha creduto. Ivano non è.
teresa m. rauzino
edicola del sud