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TRA I PRIMI 12 COMUNI PIU’ RICCHI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA NON FIGURANO VIESTE, PESCHICI E RODI. GLI ECONOMISTI DICONO “CHE SIAMO DI FRONTE A FENOMENI DI EVASIONE FISCALE GIGANTESCA”.

Il paese è piccolo e la gente mormora, diceva negli anni’80 Carletto,un personaggio di fantasia che era stato inventato dallo scompar­so Giorgio Faletti.È così che succede quando accade un fatto di cronaca in una comunità che non è propriamente numerosa, se non nei me­si estivi, come nel caso di Vieste. Tutti sanno co­sa è successo, i bisbiglìi in piazza e nei luoghi di ritrovo si succedono. Ma nessuno vuole sbilan­ciarsi e fare per primo un nome, o fornire un’in­dicazione.

Nei giorni scorsi, i finanzieri della Tenenza di Vieste hanno contestato violazioni di natura fi­scale ad un noto avvocato del luogo, risultato essere evasore totale negli anni 2019 e 2020. Al fine di contrastare l’economia sommersa, le Fiamme Gialle hanno utilizzato una mirata ana­lisi di rischio incrociando gli elementi informati­vi raccolti sul territorio alla consultazione delle banche dati che sono in uso al Corpo. Così fa­cendo, hanno potuto individuare alcune posi­zioni sospette, cioè ritenute “meritevoli di ap­profondimento”. Tra queste, anche quella del professionista per cui “sono venute ad eviden­za omissioni di adempimenti fiscali ed ammini­strativi”.

Come riportato su queste colonne dall’econo­mista Nicola di Bari,con i dati sui redditi 2020 pubblicati dal MEF, tra i primi 12 Comuni più ric­chi dei 61 della provincia di Foggia, nessuno è di quelli garganici. Non c’è Vieste, come non ci sono Peschici e Rodi Garganico.

Nel 2020, a Vieste, i redditi da lavoro dipenden­te sono stati pari al 53,26% del totale, il 34,43% era da pensioni. Il 4,51%, veniva da reddito di impresa e solo il 2,09% da lavoro autonomo. Numeriche, ad avviso dell’economista GEI (as­sociazione che raggruppa i più grandi econo­misti di impresa italiani), dicono “che siamo di fronte a fenomeni di evasione fiscale gigante­sca, soprattutto nel campo delle imprese e del lavoro dipendente privato”.

Il primo cittadino, sentito da l’Attacco, non na­scose la sua “forte delusione”. Il dato comples­sivo emerso dal report “è sicuramente anoma­lo – disse Giuseppe Nobiletti -, perciò ritengo che servirebbe maggiore impegno per scovare i furbi. Noi facciamo quello che è di nostro per­tinenza, vedi l’emersione del nero legato al­l’evasione dell’imposta di soggiorno che porta certamente a far incrementare i fatturati delle strutture. Occorrerebbe tuttavia fare un lavoro un po’ più accurato, da parte di chi è deputato a questo tipo di accertamenti”.

È andata proprio come il Sindaco auspicava e, nel caso dell’avvocato evasore nei confronti del Fisco, le Fiamme Gialle hanno avviato un’attività ispettiva che ha permesso di ricostruire, attraverso l’esame della documentazione conta­bile ed extracontabile rinvenuta all’atto dell’ac­cesso ed i questionari inviati ai clienti dell’avvocato, il volume d’affari realmente conseguito. L’accusa mossagli è di aver omesso integral­mente di dichiarare al fisco “elementi positivi di reddito derivanti da prestazioni rese a numero­si clienti per oltre 80.000 euro”.

Una cifra considerevole, che ha fatto partire su­bito il tam-tam con le ipotesi su chi possa esse­re l’avvocato in questione. Secondo le voci titu­banti raccolte da l’Attacco, sono principalmen­te tre i nomi che vengono maggiormente ripe­tuti. Ma di qui a conoscerli, con la consapevo­lezza che sono soltanto voci, ce ne passa. Co­me dire, la gente mormora ma non si sbottona. Come era facile prevedere, è calato un velo di diffidenza nei confronti di chiunque eserciti la professione dell’avvocato a Vieste. L’assenza di ragguagli o informazioni specifiche, oltre al­l’aggettivo “noto” che precede “avvocato” nella comunicazione dei finanzieri di Vieste, ha fatto sì che ognuno si domandasse dell’identità del- l’evasore e sospetti di chiunque.

Le poche parole che si riescono ad ascoltare sul suo conto riferiscono di “una brava perso­na” e di “un professionista serio” che, nel caso in cui fosse lui, sarebbe “incappato in una pic­cola ingenuità”.

Sarebbe stato un suo cliente insoddisfatto a ri­volgere la segnalazione decisiva alle autorità competenti, secondo alcune indiscrezioni.

Ma vai bene comunque specificare che si trat­ta di quello che ipotizzerebbero alcuni e anche in questo caso, come per gli altri 2 nomi che cir­colano a Vieste, non si individuano elementi che possano avvalorare in maniera fondata uno piuttosto che un altro.

Sarà per il rispetto che si deve a ogni accusato, o sarà per il beneficio del dubbio frutto dall’as­senza di notizie ufficiali, o forse per chissà qua­le altra ragione, ma quello che resta certo è che in una comunità di poco meno di 15.000 abi­tanti, nessuno vuole fare quel nome.

l’attacco