Stangata sulla tassa di soggiorno. Un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio rende più semplice l’innalzamento dell’imposta di soggiorno a 10 euro nei Comuni capoluogo di provincia che, in base alle ultime rilevazioni, abbiano avuto presenze turistiche venti volte superiori a quelle dei residenti.
Finora la tassa di soggiorno era fissata dai comuni con una prima aliquota più bassa per i B&B e affittacamere, mentre chi soggiorna in hotel di fascia medio-alta deve pagare all’amministrazione locale in media 5 euro.
Ora i comuni potranno arrivare a far pagare anche 10 euro, con effetti negativi sulle famiglie che per un soggiorno di una settimana in una città d’arte si troveranno a pagare un extra di 140 euro.
Il cambiamento potrà essere adottato da quei comuni che, nel corso dei 3 anni precedenti, hanno rilevato presenze turistiche per un numero di venti volte superiore ai residenti della città.
I comuni non saranno più individuati tramite decreto ministeriale, ma faranno direttamente riferimento ai dati pubblicati dall’Istat riguardanti le presenze turistiche medie registrate nel triennio precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta.
Per il periodo 2023-2025 si considera la media delle presenze turistiche del 2017-2019, si salterà quindi come riferimento l’anno del Covid.