Come se non bastasse lo spauracchio del Covid, con le notizie poco rassicuranti che arrivano dalla Cina, dove sarebbe in atto una nuova, forte ondata di contagi, quest’anno l’influenza stagionale, giunta in anticipo rispetto al solito, tiene già a letto circa 300mila pugliesi. Si tratta del dato più alto mai registrato negli ultimi 15 anni, come fa sapere Cinzia Germinario, direttrice dell’Osservatorio epidemiologico regionale e professoressa ordinaria di Igiene all’Università di Bari. Ed è la stessa Germinario a mettere in guardia sul rischio che le scorte di farmaci usati contro la sindrome influenzale possano assottigliarsi fino a rendere antipiretici e antiflogistici difficilmente reperibili, proprio a causa della eccezionale recrudescenza dei contagi.
Eppure dall’Osservatorio epidemiologico erano partite per tempo le segnalazioni di una possibile, massiccia offensiva dell’influenza, quando era parso assai evidente il suo forte impatto sulle popolazioni di altre aree del globo già colpite dal virus. «I quasi trecentomila casi attualmente registrati in Puglia – chiarisce Cinzia Germinario – sono l’evidenza di ciò che avevamo previsto a suo tempo, perché ci aspettavamo esattamente quanto sta accadendo. L’epidemia è iniziata prima del previsto rispetto agli altri anni e sta avendo un andamento più veloce oltre a una contagiosità più elevata, soprattutto perché i giovani adulti non si sono vaccinati. L’influenza, unita al Covid che continua a circolare, costituisce un problema in più. Di solito, in questo periodo abbiamo circa la metà dei casi registrati quest’anno». L’influenza, quindi, è arrivata prima del previsto e sta colpendo con particolare aggressività tutte le fasce della popolazione. «Nei bambini da zero a quattro anni abbiamo un’incidenza di circa 55 casi ogni mille soggetti, mentre nella popolazione totale rileviamo circa 15 casi ogni mille persone – puntualizza la professoressa Germinario –. Numeri che non hanno eguali da almeno 15 anni a questa parte. Ma noi ce lo aspettavamo, perché nel mese di luglio, in cui l’influenza è endemica nell’emisfero sud, c’era stata una ondata particolarmente contagiosa e aggressiva. Ed era facile presumere che la stessa cosa sarebbe accaduta da noi».
L’allarme lanciato dall’Osservatorio epidemiologico regionale è rimasto sostanzialmente inascoltato dalla popolazione. E la stessa cosa è avvenuta riguardo all’esortazione a fare il vaccino anti influenzale. «Lo abbiamo detto in tutte le maniere che quest’anno, più che nel passato, sarebbe stato necessario vaccinarsi, ma i nostri appelli sembrano essere caduti nel vuoto, tanto che ora non si trovano i farmaci per curare l’influenza, dagli antipiretici agli antiflogistici».