Non ci sarà più una seconda Carpino dei Cantori. Certe magie sono destinate a restare irripetibili. Anzi, è già tanto che sia stato possibile acciuffare per i capelli gli ultimi echi di un’inestimabile patrimonio musicale e antropologico, già al tramonto nel secondo dopoguerra con l’uscita del Gargano dal suo secolare isolamento geografico e sociale. Un miracolo da attribuire a due cose : il fiuto e la tenacia di musicologi venuti anche dall’estero come Alan Lomax, Diego Carpitella, Roberto De Simone, Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò, e la longevità degli ultimi maestri della tradizione delle tarantelle garganiche, delle ninne, dei canti di lavoro e dei sonetti d’amore cantati con l’accompagnamento della chitarra battente. Per fortuna collettiva Antonio Piccinino (di cui ricorre oggi il 127° anniversario della nascita), Andrea Sacco e Antonio Maccarone ebbero vita lunga. Contadini e pastori che a stento avevano imparato a leggere e scrivere, musical- mente autodidatti, gli ultimi tre cantori di Carpino manifestarono fino all’ultimo una memoria e un’energia strabilianti e una non meno lodevole fedeltà ai più remoti valori del territorio.
La profondità dell’orma impressa da questi campioni è possibile coglierla nel successo che dal 1996 raccoglie il Carpino Folk Festival, questo evento nato nel 1996 per iniziativa del carpinese Rocco Draicchio, musicista del gruppo Al Darawih e curato dall’omonima Associazione Culturale. Spiace però che dal 2019, dopo ventitré anni di successo in cui ha raccolto complessivamente 82mila presenze, questo importante appuntamento culturale abbia dovuto andare incontro ad un ridimensionamento. La ragione ? La mole di responsabilità in ordine al tema sicurezza, mole insostenibile per un’associazione non profit, apartitica, apolitica e composta da volontari. Per tale motivo, stante il parere contrario della Questura e il rischio di violazione delle norme in materia di sanità, inquinamento acustico, viabilità e igiene degli ambienti di lavoro, le edizioni 2021 e 2022, anziché in Piazza del Popolo, capace anche di tremila persone, hanno dovuto tenersi in location private, a (gratuito) beneficio di poche centinaia di appassionati.
Il tutto in mezzo a roventi polemiche col Sindaco di Carpino, cui l’Associazione ha rimproverato condotte ambigue, promesse disattese, impegni non onorati e l’esclusione da finanziamenti pubblici. Ma per l’edizione di quest’anno, i vertici dell’Associazione stanno considerando un’altra opzione. La più fattibile sembra quella del Campo Sportivo… Se ne saprà di più nella prima decade del prossimo agosto, periodo in cui per tradizione si tiene il Carpino Folk Festival.