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L’ INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ INFAMIA

(Riceviamo e pubblichiamo) –

Un’infamia quella che si sta diffondendo attraverso i media sui   fuochi d’ artificio per festeggiare la fuga del Raduano. Un’ infamia che Vieste e la sua comunità intera non merita; rifiuta con convinta determinazione  prendendo atto del basso profilo che l’ informazione ha assunto in quest’ ultimi tempi.

Forse molti non sono al corrente che la prima Associazione antiracket in Capitanata è stata costituita a Vieste nata in collaborazione con la  Federazione Italiana Antiracket  nel 2009; nata dalla presa di coscienza e dal coraggio di molti commercianti e imprenditori viestani. La consapevolezza di dover reagire alle azioni criminali che sempre più  si andavano  identificando con una struttura gerarchica, di tipo mafioso, attiva con diverse e distinte articolazioni nei territori di Vieste, Mattinata e Monte Sant’Angelo, con ruoli ben definiti dei consociati, e caratterizzata dalla numerosa presenza di alcuni elementi della malavita locale , ha fatto scendere in campo una società civile che dal primo momento rifiutava la logica del crimine prendendone le distanze. Inoltre, fin dai primi processi il Comune di Vieste, per volontà della sua comunità,  si è sempre costituito parte civile nei processi riguardante quella che viene riconosciuta come Mafia Garganica,  non ultima quello del processo “Omnia Nostra”. E diverse sono le condanne inflitte grazie alle testimonianze di coloro che avevano subito atti e intimidazioni criminali.

Sempre numerosa e presente,  in aula e ad ogni udienza, la categoria dei commercianti e imprenditori che con coraggio ci mettevano la faccia, cosa rara se non unica nei processi contro il sistema mafioso che affligge questa terra. 

Sconforta la leggerezza con cui si diffonde e si da credito a notizie non preventivamente verificate. Ma sì sa, il sensazionismo paga, e non importa che si butti fango su una comunità intera e su un territorio che con capacità e sacrifici sta conoscendo la rivalsa sociale ed economica traendosi, faticosamente ed ostinatamente, fuori da quel isolamento atavico, strutturale e culturale,  le cui  condingenze territoriali e politiche lo avevano costretto.

Questo ennesimo fango, Vieste, il Gargano e le sue comunità, non lo meritano.

gm