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LE “PRIMARIE” PD DEL 26 FEBBRAIO A CARPINO

Domenica 26 Febbraio scorso, anche presso il Circolo pd di Carpino si sono svolte le “votazioni primarie di ballottaggio” per la elezione del nuovo Segretario Nazionale, che hanno visto confermare quelli che sono stati i risultati delle primarie dei tesserati del 12 Febbraio (ricordiamo iscritti e votanti 71, Bonaccini 64 voti, De Micheli 4, Schlein 3, Cuperlo zero voti). Questi i risultati: votanti 336, schede nulle 1, Bonaccini ha ottenuto 320 voti, mentre la Schlein 15. Tra i 336 votanti vanno compresi ovviamente anche i 71 tesserati del Circolo che hanno votato al primo turno. In calo l’affluenza, rispetto a tutte le precedenti primarie, così come avvenuto nel resto d’Italia. Moltissime persone sia del pd o no,  hanno ritenuto e scelto di non  recarsi a votare, per i motivi più diversi; tre nomi, importanti, su tutti: Bindy, Cacciari e Occhetto che ha votato il 26-02-2023. Come è noto, l’esito finale nazionale ha visto poi la vittoria di Elly Schlein quale nuova Segretaria del partito.

Nel dibattito democraticamente (è il caso di dire) aperto ed inevitabile, all’indomani della fatidica data del 26 febbraio in cui va sottolineato che nel 2° partito italiano, oggi all’opposizione, per la 1^ volta è stata eletta una donna alla carica di Segretario, si dovrebbero intraprendere alcune riflessioni, ad ogni livello, in modo responsabile, coerente e se possibile costruttivo, altrimenti anche per la neo Segretaria la strada davanti a lei si presenterà subito in salita e irta di ostacoli. Ora è tempo che i dem, ad ogni livello, riflettano su tre essenziali questione, se  si vorrà tornare a vincere e ridiventare un partito di governo, ma per ora all’opposizione, e senza dover inseguire in modo ossessivo quegli accordi di coalizioni, ad oggi di fatto impossibili, con il terzo polo e con i 5stelle:

1 – ciò che da più parti si attende e si auspica, soprattutto dalla cosiddetta base e cioè tra gli iscritti, i simpatizzanti, gli attivisti ed i volontari, è una ritrovata unità del Partito, possibilmente basta con le correnti e soprattutto ad ulteriori scissioni (a torto o a ragione), già ve ne sono state due (ma sarà molto difficile), affinché lo stesso pd possa ridiventare parte importante e integrante di una nuova e ritrovata coalizione di un centrosinistra organico e soprattutto non divisivo, non solo all’interno del pd e della coalizione, ma nell’interesse della stessa Nazione (non è concepibile che oggi in Italia vi sia un governo ed un maggioranza che non hanno una opposizione, anzi ve ne sono – in teoria –  almeno quattro ma è come se non ne avessero neanche una, questo non fa bene alla democrazia, questa non è democrazia, queste sono le “anomalie” che si possono riscontrare solo qui da noi in  Italia);

2 – un pd che sia, d’ora in poi, veramente di centrosinistra e non solo “di sinistra”, come è stato sempre definito, erroneamente o volutamente, da più parti (giornalisti, mondo della politica, dello spettacolo, della cultura e quant’altro), in quanto, infatti, non si è voluto mai “riconoscere”, fin dalla sua fondazione, 15 anni fa, che in questo Partito convivono, o cercano di convivere, di fatto, proprio a seguito della avvenuta fusione (non a freddo) le sue due anime principali e cioè quella del socialismo democratico e quella del cattolicesimo democratico di sinistra. Ed è stata proprio quest’ultima che nel pd è stata sempre discriminata e prevaricata. Questo può essere stato uno degli aspetti, oltre a quello delle due scissioni, che ha visto il pd decadere quasi da subito dopo la sua nascita. Oggi esso si attesta al suo minimo storico del 14% (nell’ultima elezione politica del settembre 2022 aveva il 19%);

3 – Come si ricorderà, si è ipotizzato, prima dell’inizio del percorso congressuale e delle primarie, anche all’eventuale cambiamento del nome e alla sua “rifondazione” (non si sa quanti sarebbero rimasti e comunque la decadenza e le sconfitte elettorali non sono dipese dal “nome” del partito). Ma il pd aveva già il suo “vero” nome che poteva essere utilizzato già prima della sua nascita di 15 anni fa, ed era “L’Ulivo” (fondato nel Febbraio 1995). Ecco, magari se la Schlein, con tutti i suoi collaboratori, riterrà che il nome del pd sia diventato “obsoleto” potrà pensare a questa eventuale soluzione e chissà che sia proprio ciò a fare da argine alla nascita e proliferazione delle correnti o, peggio ancora, alle scissioni di cui è vissuto fino ad oggi il Partito Democratico.

mimmo delle fave