La caccio dei latitanti torna una priorità con 4 ricercati in cima alla lista. Priorità perché vanno riportate in cella persone in fuga dalla Giustizia per reati gravi; e per l’incidenza che almeno in 3 casi possono avere sulle dinamiche criminali del territorio. La ricerca dei wanted è un film già proiettato da queste parti: la teoria vichiana sui corsi e ricorsi storici vale anche per il mondo del crimine. La priorità latitanti la si visse nei primi anni Novanta, con la fuga di mafiosi da Foggia dopo un blitz successivo a un omicidio; e tra il 2009 e 2011 quando la guerra nella mafia garganica divenne questione nazionale, e due latitanti vennero inseriti nella lista dei 30 wanted principali italiani. Adesso i foggiani Leonardo Gesualdo e Olinto Bonalumi e i garganici Marco Raduano e Gianluigi Troiano, sono in cima alle lista delle “squadre catturandi” da ricostituire presso gli uffici investigativi.
MARCO RADUANO – Al primo posto c’è Marco Raduano, classe ’83, Vieste, alias Pallotta, evaso il 24 febbraio dal carcere di Nuoro. Lo cercano in Sardegna e sul Gargano. Raduano è al vertice dell’omonimo clan coinvolto nella guerra con i rivali Perna-Iannoli che ha insanguinato Vieste: da gennaio 2015 a agosto 2022 ben 10 omicidi, 1 lupara bianca, una mezza dozzina di agguati falliti. E’ ritenuto il braccio armato degli alleati Lombardi/Ricucci/La Torre (ex clan Romito) nella guerra con gli ex alleati Libergolis che dall’aprile 2009 a oggi ha visto 13 morti ammazzati e una mezza dozzina di feriti/scampati in 13 agguati tra Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Mattinata, San Marco in Lamis. Raduano detenuto dal 7 agosto 2018 e primo evaso della storia del carcere di “Badu e Carros” di Nuoro, scontava 19 anni per traffico di droga e possesso di armi per l’inchiesta “Neve di marzo”; ed è sotto processo in “Omnia nostra” per mafia, 2 omicidi e 1 tentato omicidio datati 2017/2018 collegati alle guerre di mala.
IL SUO BRACCIO DESTRO – Chissà se ci sarà la reunion, la fuga a due, tra il capo-clan Raduano e quello che viene considerato il suo braccio destro, Gianluigi Troiano, classe ’93 sempre di Vieste, condannato a 9 anni e 2 mesi per traffico di droga nello stesso processo “Neve di marzo” ; e in attesa di giudizio in “Omnia nostra” per uno degli omicidi – quello di Omar Trotta ucciso a Vieste il 27 luglio 2017 – di cui risponde anche Raduano quale presunto mandante. Troiano finì in cella il 7 agosto 2018 insieme al suo boss; nel 2020 ottenne i domiciliari con braccialetto elettronico a Campomarino, da cui evase 111 dicembre 2021. Da 15 mesi i carabinieri lo cercano inutilmente, anche a Foggia dove si sarebbe nascosto per un periodo: e sospettano che sia evaso anche per reggere le fila del clan Raduano vista la detenzione del boss.
LEONARDO GESUALDO – Non può mancare un esponente presunto della “Società” nell’elenco dei ricercati. Leonardo Gesualdo, classe ’86, detto “il vavoso”, dei 4 wanted è quello di più lunga datafil 16 novembre 2020 soltanto lui e Savino Ariostini (catturato il 14 ottobre 2022 dopo 23 mesi, vicino Avellino dove forse preparava un assalto a un blindato) sfuggirono alla cattura nel blitz “Decimabis” contro la mafia del pizzo, contrassegnato dall’emissione di 44 ordinanze cautelari del gip di Bari su richiesta della Dda tra novembre e dicembre 2020. Accusato di mafia quale presunto esponente del clan Moretti, Gesualdo è sotto processo a Foggia. “E’ uno che spara quando c’è da sparare” a dire del pentito Carlo Verderosa. Nel passato di Gesualdo l’assoluzione da due omicidi – uno per rapina quello di Antonio Cassitti del 17 novembre ’95, l’altro per una guerra di mafia, quello di Leonardo Soccio del 13 aprile 2011 – e condanne per armi e rapina.
OLINTO BONALUMI – Al di fuori da dinamiche mafiose, ma talmente forte da poter respingere 1a richiesta di pizzo da parte dell “Società” che pretese da lui un percentuale sul bottino del maxi-furto da 5 milioni nel caveau c un istituto scorta valori di Foggi? c’è Olinto Bonalumi, classe ’59 che la propria intelligenza l’ha fatta fruttare (o sprecare chissà) per ideare e attuare furti e rapine milionarie. E’ ricercato dal 14 gennaio 2021, quando la Procura di Ancona firmò l’ordine di carcerazione. Se lo prendono sconterà 13 anni, 4 mesi e 11 giorni per cumulo pene. Messe insieme le condanne a 5 anni per i 5 milioni e 350mila euro rubati a Foggia alla’ “Np Service” il primo maggio 2009; 2 anni e 10 mesi per corruzione e tentata concussione, accuse connesse a un furto da 200 milioni progettato e fallito nell’ottobre 2011 dalla sede di Ancona della Banca d’Italia; 7 anni per il sanguinoso assalto al furgone blindato del 2 novembre ’95 sull’autostrada A/14 vicino Porto Sant’Elpidio che fruttò 3 miliardi di lire, e in cui uno dei presunti banditi fu ucciso dai colpi di pistola esplosi da una guardia giurata.
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