Nei lidi pugliesi i dipendenti, dai bagnini agli addetti alla ristorazione, guadagnano anche 1800 euro al mese. Ma per quest’estate si annuncia una stagione di palpitazioni per i balneari pugliesi che si stanno preparando alla riapertura degli stabilimenti. Infatti dovranno fare i conti – anche loro – con la carenza di personale. I bagnini sono introvabili e lo stesso vale per i dipendenti che dovrebbero prestare servizio al bar, al ristorante sulla spiaggia ed anche per i parcheggiatori. L’allarme lanciato su scala nazionale da Assoturismo Confesercenti, che ha calcolato un fabbisogno di 210 mila addetti nel periodo tra febbraio ed aprile, viene condiviso anche a livello pugliese.
La difficoltà a trovare giovani disposti a lavorare d’estate, rinunciando magari al week-end libero, sta iniziando a diventare un problema da affrontare con piglio deciso. Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano balneari di Fipe-Confcommercio, spiega: «Il problema è reale – dice – e non riguarda solo gli stabilimenti balneari, altrimenti non sarebbe così allarmante. Le attività stagionali soffrono da tempo questa situazione, che non dipende solo dal reddito di cittadinanza. È un problema strutturale ed anche demografico: ci sono sempre meno giovani e questi sono lavori essenzialmente svolti dai ragazzi. Ma è anche una questione culturale: alcuni lavori vengono visti come se fossero di serie B. Questi aspetti dovranno tutti essere affrontati, senza battaglie ideologiche». Per non farsi trovare impreparati, i gestori dei lidi pugliesi stanno però giocando d’anticipo, selezionando il personale e formandolo già da adesso. Questi per loro sono giorni caldi, in cui si è al lavoro per l’avvio della nuova stagione negli stabilimenti, molti dei quali stanno partendo dalla riapertura dei ristoranti sul mare.