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ANCORA PIU’ FORTE L’ALLARME SANITA’, MA LA REGIONE NON RISPONDE

Si tinge a colori sempre più scuri il quadro della sanità in Puglia, specie considerando il “silenzio” dietro cui continua a trincerarsi la Regione Puglia. Un silenzio ostinato che incrementa la rabbia di chi soffre -e non solo economicamente – dinanzi a “una situazione che peggiora di giorno in giorno”. E’ la denuncia senza mezzi termini del segretario re­gionale della Federazione dei me­dici di medicina generale (Fimmg), Donato Monopoli, a distanza di nemmeno una settimana dalla manifestazione di protesta de­gli stessi camici bianchi a Bari. “Abbiamo apprezzato – spiega Monopoli – le parole di apertura dell’assessore pugliese alla sanità Palese rispetto alla manifestazio­ne di sabato. Ma resta l’unico se­gnale positivo e per giunta poco concreto in un contesto che peg­giora di giorno in giorno e vede il silenzio della Regione”. Per il rappresentante dei medici di base, alle criticità già denunciate ora si aggiunge anche il tema del­la spesa farmaceutica. E anche di questo si discuterà nel consiglio direttivo della Fimmg/Puglia che si riunirà subito dopo Pasqua. Ma il problema della spesa per medicinali è solo uno dei tanti bubboni che stanno mandando in cancrena l’intero sistema sani­tario non solo pugliese, anche se solo nella nostra regione l’anno scorso le Aziende Sanitarie Loca­li pugliesi hanno registrato una spesa farmaceutica ospedaliera pari quasi a 850 milioni, mentre il tetto imposto dal ministero era di 658 milioni e dunque, facendo un po’ di conti. Nel 2022 c’è stato uno sforamento di 191 milioni circa. Cifre stimate dalla commissione Bilancio del Consiglio regionale, che ha studiato anche i ritmi della spesa farmaceutica convenziona­ta, quella sugli acquisti di medi­cinali direttamente in farmacia, dove lo sforamento è sensibil­mente più contenuto, pari a poco meno di 7 milioni. E così ammon­ta a quasi 200milioni di euro lo spreco farmaceutico targato 2022 – ha già commentato senza stare a girarci troppo attorno il presi­dente della commissione, Fabia­no Amati – mentre va un po’ me­glio per quanto riguarda la spesa convenzionata delle farmacie. “In ogni caso e nonostante il rigore di leggi e delibere abbiamo speso più del 2021. È davvero stupefa­cente – ha aggiunto il consigliere pugliese di ‘Azione’ – osservare le Aziende sanitarie irrispettose dei tetti alla spesa decisi dalla Giunta regionale, ossia dall’organo che nomina fiduciariamente i diretto­ri generali. A questo punto non c’è alcun dubbio: i direttori generali o quantomeno i direttori sanitari sono decaduti, perché non hanno attivato i provvedimenti corret­tivi e i procedimenti disciplinari previsti dalla legge regionale, pur avendo generalmente monitora­to, ogni due mesi, il mancato rag­giungimento degli obiettivi”. Nel frattempo sabato scorso hanno protestato un migliaio di medici a Bari, contro l’aumento dei cari­chi di lavoro, ma anche per le ag­gressioni a danno del personale sanitario e la diminuzione degli organici. In prima fila -tra gli altri – il rappresentante degli ordini me­dici Filippo Anelli e il segretario Fimmg/Puglia Donato Monopoli. “Abbiamo scelto come ordini -ha affermato Anelli – di essere accan­to ai medici per difendere la sanità pubblica e il patrimonio di valori che rappresenta. Per fare fronte al profondo disagio della professio­ne, ma anche ai bisogni di salute dei cittadini, servono nuovi inve­stimenti”. Per Anelli è essenziale che “il governo e le Regioni vin­colino una parte delle risorse del fondo sanitario nazionale al so­stegno dei professionisti. Finora si sono investiti in sanità 30 miliardi in quattro anni, ma serve investire risorse sul personale se non si vuo­le mettere a rischio il servizio sani­tario nazionale”. Dunque, restano e anzi peggiorano in Puglia come dappertutto, tutte le difficoltà d’un sistema che, invece di faci­litare, crea ostacoli e sfiducia nei medici, mentre nel silenzio della Regione Puglia traballa sempre più quel sistema sanitario pubbli­co riformato con la nascita delle aziende sanitarie un cinquantina di anni fa, a benefìcio di un altro ancora da scoprir in Italia, basato sul censo e sulle assicurazioni pri­vate come negli Usa.

ANCORA PIU’ FORTE L’ALLARME SANITA’, MA LA REGIONE NON RISPONDE

Si tinge a colori sempre più scuri il quadro della sanità in Puglia, specie considerando il “silenzio” dietro cui continua a trincerarsi la Regione Puglia. Un silenzio ostinato che incrementa la rabbia di chi soffre -e non solo economicamente – dinanzi a “una situazione che peggiora di giorno in giorno”. E’ la denuncia senza mezzi termini del segretario re­gionale della Federazione dei me­dici di medicina generale (Fimmg), Donato Monopoli, a distanza di nemmeno una settimana dalla manifestazione di protesta de­gli stessi camici bianchi a Bari. “Abbiamo apprezzato – spiega Monopoli – le parole di apertura dell’assessore pugliese alla sanità Palese rispetto alla manifestazio­ne di sabato. Ma resta l’unico se­gnale positivo e per giunta poco concreto in un contesto che peg­giora di giorno in giorno e vede il silenzio della Regione”. Per il rappresentante dei medici di base, alle criticità già denunciate ora si aggiunge anche il tema del­la spesa farmaceutica. E anche di questo si discuterà nel consiglio direttivo della Fimmg/Puglia che si riunirà subito dopo Pasqua. Ma il problema della spesa per medicinali è solo uno dei tanti bubboni che stanno mandando in cancrena l’intero sistema sani­tario non solo pugliese, anche se solo nella nostra regione l’anno scorso le Aziende Sanitarie Loca­li pugliesi hanno registrato una spesa farmaceutica ospedaliera pari quasi a 850 milioni, mentre il tetto imposto dal ministero era di 658 milioni e dunque, facendo un po’ di conti. Nel 2022 c’è stato uno sforamento di 191 milioni circa. Cifre stimate dalla commissione Bilancio del Consiglio regionale, che ha studiato anche i ritmi della spesa farmaceutica convenziona­ta, quella sugli acquisti di medi­cinali direttamente in farmacia, dove lo sforamento è sensibil­mente più contenuto, pari a poco meno di 7 milioni. E così ammon­ta a quasi 200milioni di euro lo spreco farmaceutico targato 2022 – ha già commentato senza stare a girarci troppo attorno il presi­dente della commissione, Fabia­no Amati – mentre va un po’ me­glio per quanto riguarda la spesa convenzionata delle farmacie. “In ogni caso e nonostante il rigore di leggi e delibere abbiamo speso più del 2021. È davvero stupefa­cente – ha aggiunto il consigliere pugliese di ‘Azione’ – osservare le Aziende sanitarie irrispettose dei tetti alla spesa decisi dalla Giunta regionale, ossia dall’organo che nomina fiduciariamente i diretto­ri generali. A questo punto non c’è alcun dubbio: i direttori generali o quantomeno i direttori sanitari sono decaduti, perché non hanno attivato i provvedimenti corret­tivi e i procedimenti disciplinari previsti dalla legge regionale, pur avendo generalmente monitora­to, ogni due mesi, il mancato rag­giungimento degli obiettivi”. Nel frattempo sabato scorso hanno protestato un migliaio di medici a Bari, contro l’aumento dei cari­chi di lavoro, ma anche per le ag­gressioni a danno del personale sanitario e la diminuzione degli organici. In prima fila -tra gli altri – il rappresentante degli ordini me­dici Filippo Anelli e il segretario Fimmg/Puglia Donato Monopoli. “Abbiamo scelto come ordini -ha affermato Anelli – di essere accan­to ai medici per difendere la sanità pubblica e il patrimonio di valori che rappresenta. Per fare fronte al profondo disagio della professio­ne, ma anche ai bisogni di salute dei cittadini, servono nuovi inve­stimenti”. Per Anelli è essenziale che “il governo e le Regioni vin­colino una parte delle risorse del fondo sanitario nazionale al so­stegno dei professionisti. Finora si sono investiti in sanità 30 miliardi in quattro anni, ma serve investire risorse sul personale se non si vuo­le mettere a rischio il servizio sani­tario nazionale”. Dunque, restano e anzi peggiorano in Puglia come dappertutto, tutte le difficoltà d’un sistema che, invece di faci­litare, crea ostacoli e sfiducia nei medici, mentre nel silenzio della Regione Puglia traballa sempre più quel sistema sanitario pubbli­co riformato con la nascita delle aziende sanitarie un cinquantina di anni fa, a benefìcio di un altro ancora da scoprir in Italia, basato sul censo e sulle assicurazioni pri­vate come negli Usa.