I consultori pugliesi dovranno effettuare una «schedatura» delle donne che chiederanno di accedere all’interruzione di gravidanza. E a quelle che si trovano in condizione di fragilità economica potranno proporre un contributo fino a 5mila euro se rinunceranno all’aborto. Ufficialmente si tratta di una misura sperimentale, che verrà applicata nei prossimi 18 mesi in attuazione del Piano regionale delle politiche familiari. Ma quello approvata nell’ultima seduta di giunta, su proposta dell’assessore al Welfare Rosa Barone dei Cinque Stelle, è nei fatti un tentativo per ridurre il diritto di ricorrere alla Ivg garantito per legge: una sorta di misura di contrasto alla denatalità che strizza l’occhio alle più recenti posizioni del governo di centrodestra. È per questo che la delibera sta creando non pochi imbarazzi nella coalizione che guida la Regione: tra gli esponenti di giunta del centrosinistra nessuno ha voglia di parlarne…
gazzettamezzogiorno