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REGIONE/ SOLDI ALLE DONNE PER NON ABORTIRE, PALESE: «LA DELIBERA FORSE È STATA SCRITTA MALE»

Dopo le polemiche sulla misura proposta dai Cinque Stelle e sospesa da Emiliano, l’assessore alla Salute commenta «Però è opportuna una riflessione per rinforzare i consultori». La delibera Cinque Stelle che prevedeva contributi fino a 5mila euro per le donne in situazioni di fragilità che scelgono di rinunciare all’aborto era «forse scritta male», ma – dice l’assessore alla Salute, Rocco Palese – è «necessario riflettere sul ruolo dei consultori e su una misura per il loro rafforzamento. Vedremo, dal confronto, come recuperare il concetto». Ma nel frattempo la Puglia non si sottrarrà a nessuno degli obblighi previsti da legge e regolamenti a proposito di aborto e di anticoncezionali, seppure con distinguo di metodo che accomunano tutti gli assessori regionali alla Salute. Il riferimento è alla delibera dell’Aifa che dispone la gratuità degli anticoncezionali per tutte le categorie. «Fermo restando – dice Palese – che noi non abbiamo alcun atto da adottare, e che per noi finanziariamente cambierà poco perché dal 2008 una legge del presidente Vendola aveva già disposto la gratuità parziale, il metodo è discutibile. L’Aifa ha preso una decisione in nome e per conto delle Regioni, imponendo loro una spesa non esattamente irrilevante che è stata valutata in circa 140 milioni». In Puglia gli anticoncezionali sono già gratuiti per alcune categorie (ragazze sotto i 25 anni, donne che hanno già interrotto la gravidanza, in condizioni di fragilità, e per chi ha l’esenzione ticket per reddito) con distribuzione attraverso i consultori. L’entrata in vigore della delibera Aifa ne comporterà la distribuzione gratuita in farmacia, dietro presentazione di ricetta rossa, relativamente ad alcune categorie di contraccettivi ormonali orali (che oggi costano fino a 18 euro a confezione per un mese).

Un altro tema riguarda la pillola anticoncezionale Ru-486. In Puglia ne è prevista la somministrazione in day-hospital, nei reparti ospedalieri, ma le nuove linee guida nazionali ne raccomandano la distribuzione anche attraverso i consultori (salvo per le interruzioni di gravidanza che avvengono tra i 50 e i 63 giorni di età gestazionale, che restano di competenza ospedaliera). Significa che l’interruzione di gravidanza potrà essere effettuata fuori dall’ospedale in presenza di determinate condizioni di sicurezza. Alcuni consultori pugliesi, partendo da quelli della Asl Bari, dovrebbero adeguarsi a breve: «Non abbiamo motivo – dice Palese – di discostarci dalla normativa e dai regolamenti in ogni passaggio di tutela della madre e del nascituro». Sulla questione dei contributi alle donne che rinunciano all’aborto, contenuti nella delibera voluta dall’assessore grillino al Welfare, Rosa Barone, le polemiche non si sono affatto placate. «Stiamo ricevendo – dice Palese – segnalazioni pressanti da parte del mondo ecclesiastico, che ci segnala come quella misura vada ricondotta a quanto previsto dalla legge 194 sul tutela della maternità. È assolutamente giusto che uno Stato laico contemperi i due aspetti, quello del diritto all’interruzione volontaria e quello di tutelare la maternità. Sul punto bisogna riflettere e confrontarsi».

La delibera approvata in giunta lunedì scorso, basata su una proposta del Forum delle famiglie, è stata sospesa sabato dopo che la «Gazzetta» ne ha raccontato i contenuti. Vero è che i 350mila euro di finanziamenti disponibili, peraltro da spalmare sui sei Ambiti territoriali pugliesi, avrebbero consentito applicazioni pratiche molto limitate (non oltre 70 persone). Ma il peso politico di una simile decisione va ben oltre la sua importanza in termini economici. Il governatore Michele Emiliano, a prescindere dalle proteste arrivate da sinistra, ha ritenuto inopportuno difendere una decisione che non era stata concordata con il resto della maggioranza. E sabato, per ottenere il via libera dai grillini alla «sospensione» della delibera, il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, si è confrontato con il plenipotenziario dei Cinque Stelle, il senatore Mario Turco.

gazzettamezzogiorno