Scoppia il caso depuratore nella piccola comunità di Ischitella. A mettere in allarme i cittadini del centro garganico l’annuncio del Sindaco di Rodi, Carmine d’Anelli, a proposito della nuova infrastruttura, a seguito di un incontro tenutosi a marzo a Bari presso gli uffici della Regione Puglia su invito del vicepresidente Raffaele Piemontese. “Quello che avevo proposto nel 2010 e cioè la delocalizzazione del depuratore di Rodi e quello di Lido del Sole è realtà! La realizzazione del nuovo depuratore consortile nel territorio di Ischitella consentirà l’eliminazione del depuratore di Santa Barbara e di Lido del Sole”, le parole di d’Anelli.
Sempre dal Comune di Rodi si è appreso che “la valutazione del progetto di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione del nuovo impianto si è conclusa positivamente e si potranno così affidare i lavori perla realizzazione dell’opera. L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo depuratore consortile, che verrà realizzato nel Comune di Ischitella, in aperta campagna, in prossimità della località Palude ed a sud della Strada Provinciale n. 41”.
Una notizia che ha stupito non poco la cittadinanza ischitellana che, a quanto pare, era all’oscuro dell’operazione dal valore di circa 35 milioni, proposta da Acquedotto Pugliese e che sta destando preoccupazione e malcontento.
Lo si è evinto anche da quanto emerso durante il consiglio comunale monotematico celebratosi ad Ischitella il 4 aprile scorso, richiesto dalle forze politiche di opposizione.
Durante la discussione, dal Sindaco Alessandro Nobiletti in poi, tutti si sono detti contrari all’opera e pronti a dare battaglia nelle sedi opportune per evitare che il territorio di IschiteHa finisca per raccogliere le acque reflue di un bacino d’utenza molto ampio. Sono diversi i dubbi e le contraddizioni sollevati dai consiglieri di minoranza rispetto all’operazione. Come evidenziato dal primo cittadino di Rodi, si tratta di un progetto di cui si discute da tempo ma il cui iter ha subito un’accelerata solo dal 2018 in poi con l’avvio dei lavori al tavolo tecnico in Regione, fino alla recente approvazione del Pfte.
Eppure gli attuali amministratori comunali e i precedenti assicurano di non avere avuto un ruolo nell’ambito della procedura, di esserne sostanzialmente all’oscuro. Di più: se avessero saputo, si sarebbero opposti, così come fatto già in passato in un paio di circostanze. Sfidano peraltro a rinvenire atti ufficiali nei quali ci sia una loro firma.
Proprio dal profilo formale parte la contestazione delle forze di opposizione: “Sul progetto non vi è una delibera di giunta, men che meno un atto del consiglio comunale, organo che dovrebbe essere chiamato ad esprimersi su questioni di tal genere in via prioritaria. Non ci sono le somme iscritte a bilancio, non c’è l’opera stessa nel Programma comunale delle opere pubbliche. Eppure dai verbali dei vari incontri in regione e nell’ambito della conferenza di servizi preliminare, la cui documentazione è pubblica e presente sul sito istituzionale dell’Autorità idrica pugliese, si evince come i rappresentanti del Comune di Ischitella fossero regolarmente coinvolti e quindi a conoscenza di quanto stesse accadendo. Ciò nonostante l’attuale Sindaco, già vicesindaco della precedente amministrazione ha dichiarato alla stampa che il Comune si è trovato a gestire una situazione non voluta”. I consiglieri Pietro Colecchia e Michele D’Atri evidenziano poi tutte le obiezioni nel merito della operazione: “Perché il territorio di Ischitella dovrebbe ospitare un depuratore, grande quanto il centro storico del nostro paese, che serve solo in minima parte alla nostra comunità, considerato che smaltirà prevalentemente le acque reflue di altri Comuni vicini? Perché lo abbiamo dovuto sapere dal Sindaco di un altro paese, che giustamente esulta per essere riuscito nell’impresa di liberare il suo territorio dal depuratore per piazzarlo altrove? Che cosa hanno fatto i nostri amministratori per operare la scelta migliore per Ischitella? Si sarebbe potuto ragionare su alternative più sostenibili per il nostro Comune (come ad esempio il revamping degli impianti esistenti, che peraltro è previsto, nelle more della realizzazione di quello nuovo). Si sarebbe potuto avviare un dibattito pubblico coinvolgendo anche i cittadini degli altri paesi, infine. Tutto questo invece non è accaduto e oggi ci ritroviamo con questo annuncio, piovutoci addosso senza spiegazioni. Ecco perché abbiamo chiesto un consiglio comunale sul tema, abbiamo raccolto tutta la documentazione disponibile, abbiamo chiesto un accesso agli atti presso gli uffici comunali, abbiamo studiato con attenzione la questione e sono molte le opacità che abbiamo rilevato e su cui chiediamo chiarezza, così come, inascoltati, avevamo fatto già in campagna elettorale. Abbiamo peraltro ribadito il nostro fermo no a questo depuratore-consortile”.
Non solo obiezioni sotto il profilo formale e sostanziale ma anche circa la scelta del luogo in cui dovrebbe sorgere l’opera sono state sollevate dai politici: “La zona è stata definita di scarso pregio ma basta dare un’occhiata al paesaggio per rendersi conto che non è così”, il commento di D’Atri.
L’area si trova in un contesto agricolo a ridosso del lago di Varano con una vista suggestiva che abbraccia anche istmo e mare, che peraltro, fanno notare i consiglieri, sarebbe destinata ad attività economiche nel settore del turismo. “Chi vorrebbe investire in un territorio in cui campeggia un grosso depuratore?”, l’interrogativo del politico. Il consiglio comunale del 4 non si è concluso con la votazione della mozione presentata dalle opposizioni, rimandata ad una seduta per cui ancora non è stata fissata una data, fatto secondo alcuni sospetto, forse utile a prendere tempo. Ieri sera si è tenuta la conferenza dei capigruppo, a seguito della quale dovrebbe arrivare la convocazione.
Nel frattempo anche i cittadini si stanno organizzando per far sentire la propria voce costituendosi in associazioni e comitati.
l’attacco