La mascherina deve ancora essere obbligatoriamente indossata nei reparti ospedalieri che ospitano pazienti fragili e nelle Rsa, e può essere richiesta in altri reparti e nelle rispettive sale d’attesa. Dopo l’ordinanza del 28 aprile del ministro Schillaci che ha cancellato la gran parte degli obblighi al venir meno dell’emergenza Covid, la Regione prova a fare chiarezza: addio all’uso generalizzato dei dispositivi di protezione e al tampone preventivo per l’accesso in Pronto soccorso, ma una circolare diramata ieri dal dipartimento Salute conferma il mantenimento di un minimo di precauzioni.
L’ultima parola spetterà comunque ai direttori sanitari delle singole strutture, che devono individuare i reparti con pazienti fragili e potranno disporre obblighi ulteriori. Il ministro ha cancellato l’uso della mascherina fuori dai reparti ospedalieri di degenza. Il tampone per l’accesso in Pronto soccorso è stato cancellato già da gennaio, così come l’accesso libero dei visitatori nelle Rsa e nelle strutture per la riabilitazione. L’obbligo del tampone preventivo resta in vigore per sottoporsi a ricovero o a prestazioni in day hospital o day service, e anche per i ricoveri effettuati passando dal Pronto soccorso, ma non per sottoporsi alle visite specialistiche. Cancellate anche le limitazioni per gli accompagnatori di chi si reca in Pronto soccorso. Per quanto riguarda invece i medici di famiglia e i pediatri, la Regione ha rimandato alle linee guida predisposte da Fimmg e Fimp in base a cui l’uso delle mascherine per i medici è «fortemente consigliato»: potrà essere richiesto anche ai pazienti che accedono in studio in particolari situazioni epidemiologiche, o se il paziente appare sintomatico. Resta «sconsigliato» (ma non vietato) l’accesso agli studi senza appuntamento.
Ieri intanto la giunta regionale è tornata ad occuparsi della gestione del personale nelle Asl e nelle Sanitaservice. Con una delibera firmata dall’assessore Rocco Palese e dal capo dipartimento Vito Montanaro, la Regione ha effettuato una ricognizione del personale attualmente in servizio nel sistema sanitario e ha ribadito che l’avvio di procedure assunzionali potrà avvenire solo a seguito di autorizzazione della giunta in base a un apposito piano: unica eccezione riguarda il personale del 118. Stop (per il momento) anche alle stabilizzazioni, «fino all’adozione di specifiche disposizioni regionali in merito». Le prossime assunzioni, dice ancora la Regione, dovranno privilegiare il potenziamento dell’assistenza territoriale. I numeri forniti nella delibera dicono che dal 2019 al 2022 il personale in servizio nelle Asl è salito da 39mila a 44.251 unità, cui si sommano i circa 6.500 addetti delle Sanitaservice per i quali è stata annunciata l’emanazione di un nuovo modello organizzativo: ci saranno limiti al numero di unità di personale che potranno essere destinati a ogni singola funzione.
Ieri la giunta regionale ha anche stabilito che Antonio Fasanella è idoneo per la conferma a direttore generale dello Zooprofilattico di Foggia. Il direttore uscente era l’unico candidato.