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“GUADAGNAVAMO UN MILIONE DI EURO ALL’ANNO CON LA DROGA”. LE VERITÀ DEL PENTITO VIESTANO NEL PROCESSO “OMNIA NOSTRA”

  Nuova udienza del procedimento penale a carico del clan garganico Lombardi-Scirpoli-Raduano. In videoconferenza il collaboratore di giustizia, Danilo Della Malva, incalzato dagli avvocati difensori.

È durato oltre 5 ore il controesame del collaboratore di giustizia Danilo Della Malva, 37enne di Vieste detto “il meticcio” per la sua carnagione scura. L’uomo, ex braccio destro del boss Marco Raduano alias “Pallone”, è stato sentito nell’ambito del processo antimafia “Omnia Nostra” che si sta svolgendo a Foggia con il rito ordinario.

Dopo l’interrogatorio dei pm della Dda di Bari, Ettore Cardinali e Luciana Silvestris che hanno incalzato Della Malva durante la scorsa udienza, ieri è stata la volta dei legali del boss Matteo Lombardi, 52enne detto “A’ Carpnese”, capo del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano, egemone tra Manfredonia, Macchia, Mattinata e Vieste.

Da una località protetta, Della Malva ha ricostruito, in videoconferenza, le vicende della criminalità viestana degli ultimi 15 anni, da quando comandava Angelo Notarangelo, ucciso nel 2015, fino all’era Raduano. Il pentito ha confermato quanto già detto in precedenza. Stando alla sua ricostruzione, non c’erano delle vere e proprie affiliazioni nel clan ma piuttosto un rapporto di fiducia che si era instaurato tra i vari associati. L’uomo ha anche confermato le gerarchie e i ruoli all’interno dell’organizzazione, tutte informazioni già note. Un elemento di novità riguarda invece il giro d’affari del clan, soprattutto per la frangia viestana. “Con Raduano guadagnavamo circa un milione di euro all’anno grazie alla droga”.

Il processo “Omnia Nostra” è diviso in due tronconi. A Foggia risultano 26 imputati mentre altri 19 hanno scelto l’abbreviato davanti al gup di Bari dove ci sono già state le richieste di condanna formulate dall’accusa. A Foggia è stata inoltre disposta la sospensione dei termini di custodia cautelare per la complessità dell’istruttoria, del numero degli imputati e soprattutto della gravità dei reati contestati. Un ruolo cruciale lo avranno le intercettazioni: tre periti hanno ricevuto l’incarico di trascrivere le conversazioni telefoniche. 90 giorni per il deposito.

I PRINCIPALI IMPUTATI

A dibattimento 26 dei 45 imputati, tra questi il boss Matteo Lombardi, 52 anni detto “A’ Carpnese”, il figlio 31enne Michele “U’ Cumbarill”, Pietro La Torre, 40 anni alias “U’ Muntaner” o “U’ figlie du poliziot”, il 49enne Mario Scarabino alias “Zio Mario”, il 40enne Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, capoclan per la frangia di Mattinata e il 50enne Leonardo D’Ercole, presunto riferimento dell’organizzazione nel “feudo” di Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo.

TUTTI I NOMI E I RITI SCELTI

A giudizio con l’abbreviato secco, 19 imputati: Luciano Caracciolo, Adriano Carbone, Lorenzo Caterino, Leonardo Ciuffreda, Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio” (pentito), Giuseppe Della Malva, Raffaele Fascione, Giuseppe Pio Impagnatiello alias “Zuridd”, Antonio La Selva detto “Tarzan” (pentito), Francesco Notarangelo alias “Natale”, Alexander Thomas Pacillo detto “U’ Ciaciut”, Antonio Quitadamo “Baffino” (pentito), Andrea Quitadamo “Baffino jr” (pentito), Marco Raduano detto “Pallone”, Pietro Rignanese, Giuseppe Sciarra, Moreno Sciarra, Giovanni Surano detto “Lupin” (pentito) e Antonio Zino.

A dibattimento (rito ordinario) 26 persone: Michele Bisceglia, Pasquale Bitondi, Luigi Bottalico detto “Pazziarill”, Alessandro Coccia, Leonardo D’Ercole, Michele D’Ercole, Emanuele Finaldi alias “Martufello”, Vittorio Gentile, Sebastiano Gibilisco, Raffaele Greco, Hechmi Hdiouech, Giuseppe Impagnatiello detto “Spaccatidd”, Pietro La Torre, Pasquale Lebiu, Catello Lista detto “Lino”, Matteo Lombardi, Michele Lombardi, Umberto Mucciante, Massimo Perdonò, Bruno Renzulli, Mario Scarabino, Francesco Scirpoli, Salvatore Talarico, Gaetano Vessio.

Procedimento a parte per Angelo Bonsanto e Gianluigi Troiano (latitante), accusati di aver preso parte all’omicidio di Omar Trotta in una bruschetteria di Vieste.

LE PARTI CIVILI

Parte civile in “Omnia Nostra” i Comuni di Vieste, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Manfredonia, la Camera di Commercio di Foggia, la Fai nazionale e la Fai di Vieste. Tra i reati contestati ai 45 imputati associazione mafiosa, estorsioni, omicidi, tentati omicidi e il traffico di droga.

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