A fronte di un presunto incremento del numero di ungulati si sta mettendo a punto un piano di “caccia di selezione” autorizzata tutto l’anno. La caccia al cinghiale non si è mai dimostrata efficace, nel corso degli anni, per limitare il numero di questi animali e questi provvedimenti alla fine sono soltanto regali alla lobby venatoria
Sul Gargano fervono i preparativi per la cosiddetta caccia di selezione ai cinghiali, in base a un presunto aumento esponenziale della popolazione di questi animali che, a quanto pare, rappresentano un pericolo pubblico numero uno. A tal proposito sono stati organizzati tavoli in Prefettura con la partecipazione di esponenti della Regione Puglia, esperti dell’Università di Bari, rappresentanti del Parco Nazionale del Gargano e ovviamente gli ATC, tutti concordi sulla necessità di mettere in atto misure drastiche e definitive per “controllare” gli ungulati presenti sul territorio. La cosiddetta caccia di selezione potrebbe partire già da agosto e sarà autorizzata 365 giorni l’anno.
“Quando si tratta di fauna selvatica, l’unica risposta che viene da praticamente qualsiasi amministrazione pubblica è: uccidere. Del resto lo stesso Governo nazionale ha approvato un emendamento, il cosiddetto emendamento “caccia selvaggia”, con cui si autorizza a sparare indiscriminatamente persino in centri abitati, città, parchi e riserve naturali e in qualunque periodo dell’anno. Siamo veramente al livello del far west, con il rischio di essere impallinati anche mentre facciamo una passeggiata”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
Nel foggiano, gli ATC stanno anche predisponendo i centri di raccolta delle carcasse che serviranno alla ASL per procedere all’attività di controllo delle carni prima dell’eventuale commercializzazione.
“L’ennesimo regalo alla lobby venatoria e a quella delle armi, nonostante diversi scienziati siano ormai concordi nel dire che l’uccisione dei cinghiali non è efficiente per ridurne il numero ma anzi rischia di farli aumentare. Del resto è quello che succede da decine di anni, visto che sono animali che vengono cacciati regolarmente, ma è chiaro che quella del “controllo della popolazione” è soltanto una scusa per favorire il mondo venatorio. Trovare una vera soluzione per la convivenza con i selvatici non interessa davvero a nessuno”, conclude Rosati.