C’è un quinto dei Comuni della provincia di Foggia che non riesce a disporre di almeno tre strutture ricettive, e quindi non riesce a esprimere “numeri” per il calcolo degli arrivi (cioè le persone materialmente arrivate sui luoghi) e delle presenze (le notti effettivamente trascorse in strutture alberghiere) turistiche sul territorio su base annua. Sono tredici e quasi tutti sui Monti Dauni, cioè Alberona, Casalnuovo, Castelluccio dei Sauri, Castelluccio Vaimaggiore, Castelnuovo, Celenza, Celle San Vito, Monteleone, Panni, Rocchetta e Sant’Agata, ma tra questi figurano anche Poggio Imperiale e Rignano Garganico.
Basterebbe già questo aspetto per considerare quanto meno riduttivo fare un ragionamento ad ampio raggio sulla Capitanata e il suo potenziale, specie se tutto viene poi “ridotto” al conteggio e all’analisi delle sole cifre, perché sarebbe come voler auspicare una certa velocità a
una macchina che funziona con quattro cilindri pur avendone cinque nel motore.
E in effetti c’è chi pensa che non si debba per forza legare ogni cosa al fatturato puro e semplice, ma prendere in esame un ragionamento più allargato, e apprezzare anche tutto il lavoro di promozione del territorio che poi si traduce, perché no, nel cosiddetto “mordi e fuggi” che il suo potenziale economico pure lo esprime, anche se sfugge alla rilevazione statistica ma che a certe latitudini rappresenta comunque un fattore di crescita. Certamente, tutto si basa su parametri piccoli ma in contesti altrettanto piccoli che hanno la loro dignità e valenza territoriale, altrimenti sarebbe del tutto vanificato il grande lavoro che alcuni Comuni (con relativi Sindaci) fanno quasi tutto l’anno, puntando su quello che hanno soprattutto in termini di eno-gastronomia e patrimonio naturalistico. Il caso di Biccari è emblematico: se si effettua una ricerca sui maggiori portali nazionali di prenotazione turistica, il borgo è presente con un solo affittacamere in centro, ma si arriva a 580 persone e a quasi 1.400 pernottamenti nel 2022 soprattutto grazie all’originalissimo complesso ricettivo allestito direttamente nel bosco, con le casette di legno ricavate sugli alberi e le bubble room che restituiscono un’esperienza unica nel loro genere, meta di turisti da ogni parte d’Italia.
E il Sindaco Gianfilippo Mignogna ha colto l’occasione per dire la sua, scattando una fotografia di quello che accade nell’Area interna e quali risvolti comportano certe strategie sui territori, anche se poi poco visibili a Bari dove viene considerato solo il dato numerico che emerge dai database ufficiali, eppure c’è molto altro che viene rivendicato, anche in chiave politica, quella che poi decide dove e come si gestiscono i soldi.
L’ASSESSORE DI ISCHITELLA RAMMENTA I TENTATIVI ED EVIDENZIA LE CARENZE. IL SINDACO DI BICCARI VUOLE ANDARE OLTRE I PERNOTTAMENTI CONTATI A BARI
Dopo la diffusione del report di Pugliapromozione sui dati del turismo 2022 in Capitanata, con la conferma dello stato dì buona salute del settore balneare e le difficoltà oggettive (e numeriche) dell’entroterra, tra Monti dauni e città d’arte, è esploso il dibattito sui flussi non per forza legati alle località marittime del Gargano che occupano con grande facilità i primi posti della classifica provinciale.
Insomma, il settore viene “salvato” dal mare, ma non è certo una scoperta, anzi piuttosto la conferma che se ci allontana dalla spiaggia la situazione assume un aspetto in qualche caso drammatico, o perlomeno di un’analisi approfondita. Il professore Saverio Russo, presidente regionale del Fondo per l’Ambiente Italiano, ha invocato “una riflessione” sulle performance deludenti delle città d’arte come Lucera e Troia, in una categoria in cui Manfredonia e Monte Sant’Angelo riescono ancora a tenere il passo, sebbene nel primo caso incida comunque la doppia vocazione anche marittima.
Nel Golfo si sono registrate 124.759 presenze (erano state 112.403 nel 2021) e 37.367 arrivi (erano stati 31.477 l’anno prima), mentre nella città dei due siti Unesco le presenze sono state 70.718 (+17.059 rispetto al 2021) e gli arrivi 20.670 (+6.011 rispetto al 2021). Lucera nel 2022 ha fatto segnare 28.499 presenze (erano 23.682 nel 2021) e 12.886 arrivi (erano 11.222 nel 2021), ma il dato non è affatto confortante, se si considera che per esempio nel 2016 erano rispettivamente 38 mila e 20 mila, quindi comunque in discesa rispetto al periodo dì medio termine. Troia, invece, è andata anche peggio, con solo 527 arrivi e 1.237 presenze, mentre l’anno prima era 263 e 1.032, mostrando una crescita ridotta rispetto a quanto possibile.
Insomma, è il caso di ribadire che, comunque sia, il turismo di Capitanata viene “salvato” dal mare e tutto il resto è un contorno trascurabile.
“Era cosi anni fa, lo è oggi e lo sarà ancora per molti anni – ha sentenziato Michele Falco, esperto di destination marketing, di gestione alberghiera e docente all’istituto alberghiero “Mattei” di Vieste – perché il mare è il driver di scelta principale e il Gargano assorbe oltre il 90% di tutti gli arrivi. Sui Monti Dauni e Tavoliere restano numeri molto bassi anche se gli investimenti (soprattutto pubblici) non sono mancati in questi anni. Secondo la mia opinione i motivi sono diversi. Anzitutto il Gargano viene visto come destinazione di mare e lo sarà ancora per molto, mentre il resto della provincia non ha un’attrattiva cosi forte, a discapito dei vari tentativi di lanciare brand tipo ‘Capitanata’, Daunia’ o altri. E poi mancano strutture e investimenti pubblici e privati destinati a creare destinazioni turistiche strutturate. Forse un esempio riesce a chiarire meglio: lanciare siti web e app e poi non investire soldi in promozione, non produce alcun risultato. Non dico di arrivare ai livelli di Booking o altri portali a carattere turistico perché ci sono alcuni che ormai mostrano livelli irraggiungibili, ma almeno metterci qualche migliaio di euro ogni anno servirebbe come il pane. Quel sito web o quella app saranno conosciuti da un pubblico ristretto e quindi con risultati pari a zero o quasi. Lo stesso discorso vale per le micro strutture ricettive senza qualità, formazione, marketing, e per giunta con un’offerta molto limitata e poco conosciuta. Devo pure dire che sia in provincia che sul Gargano si è tentato di avviare almeno due volte una ‘Destination Management Organization’ (cioè un soggetto gestore di servizi e risorse turistiche su un preciso territorio, ndr), ma dopo l’avvio tutto si è arenato. E solo gli esperti sanno quanto ne avremmo bisogno anche solo per coordinare investimenti in pubblicità ed eventi. Infine, senza posti letto non si creano flussi turistici che pernottano in una destinazione e creano valore aggiunto. Il resto sono tanti pellegrini ed escursionisti, per cui la parola d’ordine deve essere ‘realismo’, che però non vuol dire rassegnazione, ma spendere meglio le risorse a disposizione lasciando progetti poco utili e pseudo esperti”.
Discorso letteralmente a parte meritano invece i Monti Dauni che hanno caratteristiche non solo idrografiche, ma anche sociali ed economiche piuttosto diverse rispetto ad altri territori della stessa provincia, e quindi con valutazioni che vengono in parte contestate e proposte in maniera alternativa.
‘‘Avete centrato esattamente la questione – ha dichiarato il Sindaco, Gianfilippo Mignogna – perché può far capire meglio, anche e soprattutto a Pugliapromozione, che esistono anche altri parametri oltre quelli delle presenze negli alberghi e nei bed&breakfast. In quel report non vengono calcolati pernotti negli alloggi alternativi che da noi possono essere pure le aree camper o gli affitti brevi. Contesti come i nostri non possono essere valutati con gli stessi parametri delle città di mare, da noi il turismo giornaliero ha la sua valenza. Per esempio, si dovrebbero pesare pure i 13.000 paganti al Parco Avventura con circa 30 mila arrivi, o la cinquantina di scolaresche annuali. Sono pezzi importanti di una strategia turistica che però non finisce nelle statistiche, ma queste attività fanno sì che al momento ci siano 15 persone impiegate fisse nella filiera dell’ospitalità. A noi questo interessa più che i numeri in sé, ma è importante che ci sia una lettura più approfondita di certi fenomeni, più giusta e obiettiva, magari aprendo una sezione sul turismo rurale, così da osservare meglio certi fenomeni e aumentandone conoscenza e consapevolezza , altrimenti a Bari verremo considerati sempre marginali sui temi dello sviluppo, in base ai numeri che usano con modalità tutte loro”.
l’attacco