Sull’omonima spiaggia di San Lorenzo, ora trasformato in parcheggio del porto turistico, si erge un antico manufatto che accoglie l’ex convento cappuccino della beata Vergine degli Angeli e la chiesa annessa di Santa Maria di Costantinopoli, elevata a sede parrocchiale nell’ormai lontano 1942.
In questi remoti anni, e precisamente dal 1950 fino al 27 agosto 1954, officiò come parroco un giovane prete che, in soli quattro anni, trasformò il decadente e povero territorio parrocchiale soprattutto dedicandosi alle anime e alle persone che abitavano nel rione.
Dopo cinquanta anni dalla sua morte Il clero e la gente viestana si ricordarono in modo particolare di questo umile prete e vollero che venisse iniziato un processo canonico per il riconoscimento ufficiale delle sue virtù.
Seppur provvisoriamente, perché in attesa di poter ottenere locali più ampi, il parroco attuale e il consiglio pastorale hanno raccolto nel tempo tante testimonianze visive utili per poter aprire al visitatore un piccolo museo dedicato a questo grande sacerdote dei piccoli: Don Antonio Spalatro.
Oggi è possibile visitare questo angolo sacro in ogni momento della giornata, ed accedendo si percepisce immediatamente la santità di questo sacerdote. Don Antonio amava immedesimarsi nel Santo curato d’Ars e tutto trova la massima espressione negli scritti quale prima di tutto il diario, sul quale ogni giorno annotava i pensieri spirituali, le riflessioni, le incertezze e paure ma anche gli spaccati di vita parrocchiale.
In questo infatti è trascritta la cronistoria di eventi belli o spiacevoli accaduti nel perimetro della Parrocchia del SS. Sacramento in un periodo triste e povero di Vieste, afflitta ed appena uscita dai tanti lutti che la guerra mondiale aveva inferto.
Miseria, malattie. povertà ma anche nobiltà d’animo accompagnavano la povera gente del quartiere. Don Antonio era sempre attento alle necessità della sua gente, e si accorgeva immediatamente dei bisogni di ognuno. Tutto questo viene evidenziato nei suoi scritti ma anche dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Don Antonio è stato anche l’antesignano del Concilio, seppur nessuno conoscesse in pieno il suo significato. Le scuole di catechesi, le scuole di canto, i tornei e gli incontri parrocchiali sono deposti nei documenti che nel museo è possibile rilevare, insieme ai momenti salienti e sacri della varie celebrazioni liturgiche di cui una nutrita esposizione di paramenti liturgici, sono una tangente testimonianza.
Don Antonio è il prete che ogni viestano ha reputato santo fin dal momento della sua morte avvenuta il 27 agosto del 1954. Le poche persone ancora viventi che lo hanno conosciuto e i tanti ricordi, serbano nel proprio animo quanto da lui detto e quanto da lui realizzato. Il processo di beatificazione va avanti nella speranza che il Papa promulghi a breve il decreto di venerabilità che chiuderà il processo romano ed aprirà i tempi per attendere ed esaminare un eventuale miracolo.
Se questo potrà sancire a tutti gli effetti la sua santità, la gente tuttavia lo riconosce già santo. Oggi tutti siamo invitati a visitare il piccolo museo che ci avvicinerà a Don Antonio e ci farà comprendere perchè questo prete è un personaggio speciale in una Vieste ora elegante e conosciuta, votata al turismo, ma da sempre votata anche alla santità minuscola di ogni giorno.
Il museo, con accesso gratuito, è aperto nei mesi di luglio e agosto dalle ore 18,00 alle ore 19,00 e dalle ore 20,30 alle ore 23,00.