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MARATEA, IL GIORNALISTA CHE CONTESTÒ IL FASCISMO

IL RICORDO DEL NIPOTE GIUSEPPE MARATEA, GIÀ SINDACO DI VICO DEL GARGANO, IN UN LIBRO —–

Il mondo visto dal Gargano e da un garganico speciale, che aveva il dono dello sguardo ampio, sia pure in tempi difficili. Il garganico era Francesco Maratea, nato a Vico del Gargano nel 1889, col pallino del giornalismo fin dai banchi del liceo a cui il nipote Giuseppe Maratea, già sindaco di Vico, ha dedicato un libro ricco di ricordi Francesco Maratea, tra Aventino, Liberazione e ‘tempi nuovi. Dai corsivi sul Foglietto di Lucera, a La Gazzetta dell’Emilia diretta Mario Missiroli; da La Gazzetta di Mantova e da La Provincia di Como, Francesco Maratea si ritrovò a Roma a lavorare ancora con Mario Missiroli per II Secolo di Milano, curando i resoconti parlamentari.

Eppoi, a II Messaggero su segnalazione di Luigi Pirandello che curava l’inserto culturale del quotidiano della capitale. Un garganico tosto che non aveva paura di contestare il regime fascista deponendo al processo per il delitto Matteotti tanto che la sua testimonianza fu pubblicata da II Mondo di Giovanni Amendola con cui Maratea collaborava. Superato il periodo fascista, con fascicoli di segnalazioni della polizia segreta, minacce e ritorsioni,

Maratea si vede offrire nel 1952, senza accettarla, la direzione de II Messaggero. Ma il Gargano gli restò nell’anima e negli occhi. La sua Vico era il centro culturale del promontorio, dove aveva studiato il giurista illuminista Pietro Giannone, autore della “Istoria civile del Regno di Napoli”. «Ma se è vero che il Gargano era un’isola – scriveva Maratea in Orizzonti salentini nel 1949 -, è anche vero che il suo Adriatico era un lago. Io lo vedevo dalla mia casa, dalla camera dove sono rimasto più a lungo perché deliravo nella lotta col vaiolo e nessuno poteva avvicinarmi, toccarmi, per quaranta giorni, soltanto la mamma […]». Il giornalismo di Maratea fu premiato con il Premio Saint Vincent nel 1966 e Missiroli, nel discorso di conferimento del premio, ricordò anche l’esperienza politica di Maratea che da segretario del Partito Democratico Sociale si trovò ad essere il segretario dei gruppi parlamentari che si ritirarono sull’Aventino. Maratea ha girato il mondo raccontando peri Il Messaggero la guerra fredda e la crisi di Corea ma ha tenuto i piedi sempre sul suo promontorio. E’ uno delle figure del giornalismo che dovrebbero essere studiate.

fabio modesti

corriere del mezzogiorno