Raccontare ai bambini la paposcia e celebrare la storia di un’intera comunità.
Il linguaggio è semplice, pulito, scorrevole come quello dei fumetti nei balloons. Attira subito l’attenzione dei bambini come i racconti delle nonne intorno ai camini nelle sere d’inverno. Quasi alla Rodari o Andersen e, come dice la vulcanica Francesca Fiorentino che ha curato l’introduzione, “Progettare un libro per bambini richiede esperienza, delicatezza, attenzione per chi lo legge.” Il libro a quattro mani “La paposcia dell’amore” di Federico Mariucci e Francesca Fiorentino arriva durante il Paposcia Fest e racconta di primi amorini, primi battiti di cuore, primi sguardi, teneramente mano nella mano, Nico e Ninetta, ripercorrono gli angoli più suggestivi del paese dell’Amore: le strette stradine del borgo antico, i vecchi e anneriti forni a legna, il vicolo del Bacio, le piazzette, gli amici di strada.
Ma, la vera regina del racconto è la nostra Paposcia, celebrata, vezzeggiata, coccolata, certificata in tutti modi, dal Ministero dell’Agricoltura all’Amministrazione comunale. Ormai la Paposcia esce dallo stretto ambito di prodotto alimentare, gustoso, alternativo alla pizza, e diventa la nostra “iconavetere” per raccontare con il suo profumo la Vico del Gargano. Alla pari, si può dire, a San Valentino, alle nostre arance, ai rami di lauro, al nostro olio extravergine, al paese degli innamorati, a piazzetta Del Conte e al suo fascino misterioso e antico. Persino la grande distribuzione si è accorta della paposcia e, oggi, riempie gli scaffali dei market. Quanta tristezza, però, vedere la paposcia chiusa e soffocata in orribili sacchetti di carta plastificata. Non sanno costoro che la paposcia, dopo mezz’ora di inutile attesa si trasforma in suola di scarpe. E’ una offesa per infamia, che andrebbe lavata con un duello. E come l’ostrica nasconde nelle sue valve la preziosa perla, così le pagine di Mariucci e Fiorentino nascondono una perla di poesia “La paposciola” del nostro poeta dialettale Nicola Angelicchio. Ci spiega, con la forza della lingua madre, che da noi c’è tutto un mondo, antico e moderno, che gira intorno ad “un pezzo di massa avanzata”. Qui inizia la storia. Il libro è arricchito stupendamente da 30 tavole d’acquerello di Patrizia Poloni, che sarebbe il caso di distribuire nelle scuole e nelle case, accompagnano con allegria il racconto di Federico e Francesca.
Insomma, se c’è un mondo dei bambini il libro sulla paposcia ne indica la strada.
michele angelicchio