Pronta l’informativa dei carabinieri forestali sull’incendio iniziato la mattina del 25 luglio in località San Felice. A Lecce, invece, chiesto lo stato di emergenza dopo gli incendi a San Cataldo.
Sono al lavoro le procure di Foggia e Lecce per rintracciare gli eventuali responsabili degli incendi che martedì, sul Gargano e nel Salento, hanno causato la distruzione di circa 600 ettari di territorio, 500 dei quali nella sola provincia dauna. Ieri pomeriggioi carabinieri forestali del parco nazionale del Gargano hanno consegnato in procura l’informativasulle prime analisi e indagini effettuate sulle fiamme che hanno costretto il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, a evacuare tre strutture e quasi duemila turisti, dopo l’incendio a Baia S. Felice.
Si segue la pista dolosa, e sembra infatti che le indagini si stiano concentrando nei pressi di un camping abbandonato, che si trova a qualche chilometro dal paese, da dove potrebbe essere partito l’incendio.
Lo stesso Nobiletti ieri si era detto certo che «dietro questi episodi ci sia la mano dei piromani. Bisogna fermare la mano di questi criminali». Una denuncia lanciata anche dall’arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone. «I roghi – ha detto – sono provocati da mani fomentatrici di odio verso il Creato e la popolazione: si tratta di gesti criminali, motivati da una pura logica criminale. Le azioni individuali devono essere sempre attente e rispettose del Creato, che adorna il nostro meraviglioso Gargano ricco di boschi, pinete, spiagge, luoghi panoramici, camping, piazze, vicoli e strade, con gesti e scelte che ci rendono operatori di Giustizia e Pace».