I rincari degli ultimi mesi hanno inciso profondamente sui costi delle materie prime, con inevitabile innalzamento dei prezzi. Come ha fatto rilevare il Codacons quest’anno i soggiorni nelle strutture italiane costano in media il 15,2% in più rispetto allo scorso anno, fino ad arrivare a punte record del + 43% in alcune città italiane. Anche mangiare costa di più rispetto al 2022: nei ristoranti si registra un incremento del 6 per cento, mentre una cena in pizzeria arriva a costare fino al 7,6% in più.
Per Gino Notarangelo della Federalberghi e titolare di una delle più importanti strutture turistiche di Vieste «l’inflazione e il maltempo hanno causato un rincaro i cui effetti si sono riversati anche in questa stagione estiva. Basti pensare che un barattolo di pomodoro costa il doppio dello scorso anno».
Una situazione nota se si pensa che l’alluvione in Emilia-Romagna, che ha devastato intere colture, ha portato a un’impennata del 20-30% dei costi di molti prodotti ortofrutticoli.
Notarangelo, da parte sua, ricorda che la pandemia e la guerra hanno indotto molti italiani a restare in patria per le ferie. «Ma ora che la situazione appare più tranquilla, c’è chi sceglie di trascorrere le proprie vacanze in posti forse meno belli ma anche meno costosi».
La speranza è che le prenotazioni che giungono ad arrivare aumentino sempre più, contando sugli stranieri.