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AZIONE VIESTE/ “IL VAGITO NON INGANNI, LA POLITICA È SEMPRE LA STESSA”.

È strano come cambiare opinione secondo l’opportunità del momento sia considerato da alcuni un normale comportamento politico.

Sebbene io sia stato uno dei più incalliti sostenitori dell’importanza della sopravvivenza di una dialettica politica, argomentando contrapposizioni ideologiche in cui credo, pur di tenere aperto un dibattito sempre più spento, giammai mi sarei sognato che il vento della nuova rinascita politica potesse spirare da destra. Per carità, parliamo di vagiti, di flebili voci di pianto che provengono da chi quando avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa per i suoi elettori non l’ha fatto o, cosa ancor più grave, ha fatto di tutto per impedire che altri potessero farlo.

In realtà, avrei voluto starmene fuori da questa sterile diatriba. Me l’ero ripromesso all’indomani delle ultime elezioni amministrative, quando tradito all’ultimo istante, anziché essere cinico ed inchiodarli al palo, preferii mantenere la parola data e l’aplomb di chi sa che tutti sanno, ma quando si perde è inutile puntare il dito.

Ciò che non tutti sanno, pero, è che a quanto accaduto non sono seguite le dovute politiche assunzioni di responsabilità, da parte di chi volle, per chissà quale ragione, affossare quello sforzo democratico.

Ora, toccherà a me fare ciò che avrebbero dovuto fare o spiegare altri da tempo.

Se in questi giorni vi state chiedendo come mai i comunicati stampa di alcune forze politiche locali non riportino in calce la firma di alcuni è solo perché chi ha la rappresentanza di Fratelli d’Italia non ha il coraggio di metterci la faccia, dopo aver sabotato la lista civica di opposizione alle ultime elezioni amministrative. E poiché non sono l’unico a saperlo, è più opportuno che, al momento, si parli alla gente nascondendosi ognuno dietro il proprio simbolo, perché l’unione fa la forza, non importa con chi.

È vero, molti di voi già lo sapevano, ma allora mi spieghino come è possibile che questi soggetti facciano ancora parte di un partito. Vorrei chiederlo ai loro compagni; anzi l’ho già fatto, proprio qualche giorno fa. E sapete qual è la conclusione che ne ho ricavato dalla loro risposta? Che poco importa quello che hanno fatto o non hanno fatto, ciò che conta è esserci adesso per domani, alle prossime elezioni.

Ora, non mi meraviglia affatto che il Sindaco sia caduto nel loro tranello. Egli ha sbagliato, non una, bensì due volte: nel definirli “partito degli istinti”, perché un tale linguaggio non si addice alla più alta carica istituzionale della città; ma ha sbagliato ancora di più, perché rispondendo alle loro critiche pretestuose, ha indirettamente riconosciuto loro un ruolo politico, che fino a ieri non avevano più.

Lorenzo Spina Diana

Segretario cittadino di Azione