“Tormentone dell’estate a parte leggeremo un dato parziale sulla stagione in corso verso Ferragosto. Ma dalle prime stime, vi anticipo già che il mese di luglio si conferma assolutamente in linea con il trend di crescita del primo semestre 2023». Un più 10% rispetto allo scorso anno che, di questi tempi, pesa come l’oro, e che «soprattutto disegna un turismo pugliese sano e prospero». Parola di Gianfranco Lopane, assessore al Turismo, Sviluppo e Impresa Turistica della Regione Puglia, che se da una parte rassicura sullo stato di salute dell’attrattività regionale, dall’altra, ricorda un dato di fatto: «La crescita non può essere infinita». Niente paura, però, per la Puglia, una regione che ha ancora tanta strada da fare, soprattutto sul fronte della destagionalizzazione. Al di là dell’hashtag «WeAreinPuglia», «fortunato e di grande successo», l’assessore Lopane tiene a raccontare degli investimenti compiuti negli ultimi anni, determinanti per lo sviluppo dell’industria turistica pugliese. «Dal Titolo II agli interventi nella rete aeroportuale, dall’impegno di Acquedotto Pugliese per la depurazione e la balneazione dei nostri mari al sistema integrato delle “experiences” territoriali, che distinguono nettamente la nostra proposta da quella di località menzionate in questi giorni». Il collegamento concettuale atterra immediatamente su Grecia e Albania, destinazioni secondo Adoc «molto meno care della Puglia». «Onestamente non ho avuto modo di leggere i dati di questa “Puglia Smeralda” raccontata dall’associazione di tutela dei consumatori. Ho cercato invano il dossier, al fine di comprendere metodologia e campionamento di questo studio, ma non ho avuto riscontri». Lopane non esclude che ci sia stato un rincaro – «l’inflazione è sotto gli occhi di tutti» – ma smentisce il primato nero della Puglia nella classifica nazionale prendendo in esame l’ultima inchiesta di “Demoskopica”: “La nostra non è assolutamente la regione su cui pesa maggiormente l’inflazione», spiega. In ordine percentuale, infatti, secondo “Demoskopica’’, i cinque i sistemi turistici regionali che si sono distinti per un incremento dell’inflazione acquisita turistica, superiore alla media italiana, sono: Lazio (9,5%), Lombardia (9,2%), Toscana (9,1%), Molise (9,1%) e Campania (9%), con un rincaro cumulato di 1,6 miliardi di euro, pari a oltre il 40% sulla quota complessiva della spesa turistica imputabile alla crescita dei prezzi. Il dato nazionale, invece, consegna la maglia nera all’Italia, in cima ai rincari con l’aumento dei costi di voli, pacchetti vacanza e alberghi, di molto superiori rispetto a Francia, Grecia e Spagna. La Puglia, quindi, continua a galoppare, con un dato robusto di cui Lopane va fiero: «Il 10% in più rispetto allo scorso anno, una percentuale destinata ad aumentare con i risultati definitivi. Stiamo andando nella direzione di una presenza sempre più massiva nei mesi estivi e di un potenziamento dell’internazionalizzazione, che si riflette anche sulla destagionalizzazione», racconta l’assessore regionale al Turismo.
Le notizie di questi giorni?
«Sono frutto di una sensazione del momento, che non trova corrispondenza nei numeri, perché l’industria turistica pugliese non registra alcun calo», chiarisce. O, peggio ancora, si tratterebbe «dell’ennesimo tormentone estivo»: «Pensateci. Se recuperassimo la rassegna stampa dello scorso anno, noteremmo che a metà luglio si parlava del calo del mese di luglio, i primi di agosto si dava vita ai soliti problemi con le risse e la movida». Eppure, «i numeri del 2022 erano di gran lunga più importanti del 2019 e i prezzi perfettamente allineati con la media europea. Mi fa sorridere la puntualità di alcuni giornali sugli argomenti dell’estate», ironizza Lopane. A sostegno della salute del turismo pugliese, arrivano anche i dati di Aeroporti di Puglia: «A luglio scorso, un milione 320mila, dato superiore a quello di luglio 2022 (un milione 227mila). Dove sarebbe il calo?», si chiede l’amministratore. In più, il reale termometro dello sviluppo turistico pugliese, è la presenza dei turisti stranieri sul territorio, «anche questa, assolutamente in crescita”. La Puglia perciò non ha bisogno di atteggiamenti e posizioni “divisorie”: “Ragionare sul rapporto qualità-prezzo in Puglia va bene, quando la riflessione viene fatta in modo costruttivo. Considerate che la destinazione Puglia vive ancora un’età giovanile, di assestamento e di organizzazione, nel vasto panorama turistico nazionale e internazionale, essendo realmente attrattiva da appena tre lustri. E ci sarà solo tutto da perfezionare: con una serie di valutazioni nel piano strategico, con le sfide importantissime all’orizzonte sul fronte della lotta all’abusivismo, della classificazione delle strutture alberghiere e dei lidi, della qualificazione del personale e della riorganizzazione delle destinazioni interne. Ma sempre in un gioco di squadra e, possibilmente, senza scandali nazionali», commenta Lopane.
Sul turismo di lusso e sulla spinta ad una targhettizzazione in questo senso, giunta da taluni operatori, Lopane chiarisce: «Se è vero che la risorsa “mare” è la più importante, è altrettanto fonda mentale il lavoro che stiamo compiendo intorno ad una costellazione di opportunità complementari che arricchiscono l’offerta complessiva, a partire dalle proposte outdoor (i cammini, il cicloturismo, l’enogastronomia, la cultura, gli eventi). Ci può anche essere lo stabilimento extralusso da mille euro al giorno – sostiene – ma non sarà certamente rappresentativo di 800 km di costa. Basti pensare al lavoro encomiabile che stanno facendo tanti sindaci pugliesi sulle spiagge libere, ancora punto di riferimento indiscusso di un largo target di utenza, che va curato». Ma quindi, gli operatori pugliesi spennano i turisti? «Difficile, oggi. Prima ancora dello scontrino, c’è la mannaia delle recensioni dei clienti sul web. Quelle sì, non perdonano”, conclude.
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