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REGIONE/ TOLTI I VINCOLI SULLE DUNE «SERVE PER PROTEGGERLE». CADE IL «NO» ALLE CONCESSIONI, SULLE SPIAGGE SPUNTANO LE PASSERELLE

La novità è stata silenziosamente infilata in una norma approvata a due giorni da Capodanno. È cosi che la Regione ha modificato la legge sul demanio per «sbloccare» le dune: da quest’anno è infatti possibile inserire nelle concessioni demaniali anche i cordoni dunali, ovvero quelle aree vicine al mare in cui il vento forma accumuli di sabbia che spesso, a loro volta, vengono ricoperti di vegetazione.

Il divieto è caduto a 5 anni dalla legge del 2015, voluta ai tempi di Vendola per blindare alcuni elementi caratteristici del paesaggio costiero pugliese come le falesie, la macchia mediterranea e – appunto – le dune. Ma – dicono dalla Regione – dietro questo dietrofront sulle dune c’è un motivo ben preciso: visto che i Comuni non hanno risorse, l’unico modo di garantire la manutenzione di quelle aree è affidarle agli stessi concessionari dei lidi.

I casi di applicazione pratica della norma finora non sono molti: parliamo, in sostanza, della possibilità di «allargare» le concessioni demaniali anche alle aree interessate da una duna, cosa che fino al 2022 era vietata. «Ci sono alcune domande presentate nei mesi scorsi da lidi dell’arco jonico», spiegano dagli uffici della Regione, ma per estensioni territoriali non significative. Detto in termini pratici, significa – ad esempio – che un lido può adesso inglobare una duna prospiciente, ma può utilizzarla solo in maniera compatibile con quanto previsto dalle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico: cioè per la realizzazione di passerelle rimovibili, oppure per la ristrutturazione «degli edifici legittimamente esistenti e privi di valore identitario».

La prima possibilità prevista dalla norma spiega i numerosi interventi realizzati dai Comuni sempre attraverso finanziamenti regionali: passerelle in legno per scavalcare le dune e consentire l’accesso alla spiaggia libera senza calpestare la sabbia di accumulo, consentendo così lo sviluppo della vegetazione. L’emendamento approvato nella legge di bilancio era stato proposto dai consiglieri regionali del Pd (primo firmatario il tarantino Vincenzo Di Gregorio), ed è stato poi sottoposto a un serrato confronto con gli uffici da cui era inizialmente arrivato un giudizio negativo. Gli interventi sulle aree dunali richiedono comunque il rilascio di una serie di autorizzazioni, compreso il parere paesaggistico, che dovrebbero garantire la tutela da usi non consentiti.

Insomma – garantisce la Regione – le dune restano comunque protette. «Quella norma – spiega l’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese, che ha anche la delega al Demanio – serve proprio a garantire meglio la tutela di aree che rischiavano di essere prive di ogni manutenzione. Oggi è infatti possibile scavalcare le zone dunali con le passerelle sopraelevate, ma anche montare una piattaforma di legno leggera a servizio di aree in concessione.

Questa è un’alternativa migliore rispetto a quanto avviene oggi, con aree abbandonate che non vengono nemmeno pulite perché i Comuni non hanno né le risorse né il personale necessario. Tutte le dune che rientrano in una eventuale concessione demaniale devono essere curate e attrezzate dal concessionario: questa è la filosofia di fondo del provvedimento. Tanto vero che, a legge già in vigore da molti mesi, non ci è stato segnalato alcun tipo di abuso su cui, viceversa, saremmo intervenuti».

È comunque possibile che la Regione, nei prossimi mesi, tomi nuovamente a occuparsi di demanio per intervenire su altre tipologie di vincoli: un emendamento ad hoc potrebbe essere infilato nell’assestamento che verrà discusso ad ottobre.