Menu Chiudi

WWF/ SI’ AL POTENZIAMENTO DELLA FERROVIA GARGANICA, NO ALLA SUA DISMISSIONE (2)

Ottica al rovescio di una politica notoriamente miope che ci ha portato nelle ultime posizioni nazionali per qualità della vita.

     In uno stanco déjà vu che, come nel gioco dell’oca, puntualmente fa tornare la Capitanata ai nastri di partenza – e cioè agli ultimi posti di tutte le classifiche nazionali per qualità della vita – ecco che ciclicamente torna la vecchia idea, che speravamo ormai superata, dell’eliminazione della ferrovia garganica nel tratto costiero.

     Al politico di turno che oggi cavalca questa iniziativa spacciandola per un’idea che, in una visione capovolta della realtà, addirittura restituirebbe alla comunità la bellezza naturale della costa oggi deturpata dai binari – e non dalle centinaia di costruzioni nel frattempo sorte come funghi – il WWF vuole ricordare alcuni semplici fatti.

In tutta Europa si sta investendo sempre più nel trasporto pubblico ed in particolare nella ferrovia che rappresenta il mezzo più ecologico e a basso impatto ambientale. Ciò dovrebbe essere ancor più evidente in un parco nazionale, come quello del Gargano, nel quale tutta l’offerta turistica andrebbe riorientata su modelli ecosostenibili, capaci di intercettare la crescente domanda di persone che non vogliono prendere l’automobile e che prediligono destinazioni capaci di offrire soluzioni trasportistiche collettive, come ad esempio le Cinque Terre in Liguria, dove l’unica possibilità di accesso è rappresentata proprio dalla ferrovia.

Se in questi anni passi avanti sono stati fatti nello sviluppo del trasporto su ferro in Capitanata, è proprio grazie alle Ferrovie del Gargano che hanno saputo investire, nella sostanziale indifferenza della classe dirigente nostrana, nel potenziamento del servizio, come accaduto per la linea Foggia-Lucera o le corse ferroviarie tra Foggia e San Severo (una concreta alternativa alla pericolosa statale 16), fino all’ammodernamento della linea garganica. Proprio per quest’ultima sono stati sostenuti importanti investimenti che hanno puntato al rinnovo dei convogli ferroviari, molto più confortevoli dei treni regionali di Trenitalia, alla velocizzazione della tratta in sicurezza e all’aumento delle corse, con l’apprezzato servizio notturno di luglio e agosto. Oggi migliaia di persone, soprattutto nel periodo estivo, utilizzano quotidianamente il treno per raggiungere direttamente le spiagge e le strutture turistiche tra Rodi e Calenella, contribuendo concretamente a decongestionare quel tratto di costa dal traffico automobilistico, che rappresenta il vero detrattore ambientale ma di cui gli odierni sostenitori dello smantellamento della ferrovia non parlano. Gli stessi che, ovviamente, non parlano del fatto che la sua eliminazione comporterebbe la rimozione del divieto assoluto di costruzione entro i trenta metri dai binari.

Nel mondo rovesciato del politico di turno, ciò che nel resto d’Europa viene considerato un vantaggio competitivo da sostenere e potenziare, in Capitanata viene dipinto come un ostacolo da eliminare per lo sviluppo delle attività locali. E in quest’ottica rovesciata, la difesa dell’ambiente si fa eliminando la ferrovia a favore di strade e superstrade, piuttosto che battersi per far arrivare il treno fino a Peschici e Vieste.

     Sempre al politico di turno il WWF ricorda ancora che da almeno vent’anni esiste un progetto per introdurre sul tratto costiero la tecnologia del trenotram, peraltro inserita in tutti gli strumenti di pianificazione (dal Piano del Parco al Piano territoriale di Coordinamento Provinciale al Piano del Parco Nazionale del Gargano) che consentirebbe di riconfigurare l’intera sezione stradale tra Rodi e San Menaio in modo da aumentare la permeabilità trasversale della ferrovia. Un progetto che purtroppo non è mai decollato perché, sempre nella totale indifferenza della classe politica locale, la tecnologia del trenotram, ampiamente diffusa in Europa, non ha una copertura normativa in Italia.

     Al politico di turno che sogna un viale alberato al posto della ferrovia, ricordiamo infine che, proprio lì dove ora si organizzano i sit-in contro il treno, poco più di un anno fa sono stati eliminati decine di alberi vetusti di tamerici che da almeno quarant’anni ombreggiavano la strada, per far posto ad una discutibile riqualificazione del lungomare di San Menaio, mentre Ferrovie del Gargano ha riqualificato a proprie spese l’area della stazione per realizzare un ampio giardino alberato a disposizione dei villeggianti.

Il WWF esprime l’auspicio che, in qualche parte della Capitanata, vi sia un amministratore illuminato capace di contrastare tali improvvide iniziative e di sostenere convintamente lo sviluppo di un sistema trasportistico basato sui mezzi pubblici e in particolare sulla ferrovia. Se nessuno si farà avanti, sarà ancora più chiaro perché la provincia di Foggia rimane la cenerentola della Puglia e dell’Italia.