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VIESTE – IL PRESIDENTE DELLA CAMERA FONTANA: “IL GARGANO? IL MIO LUOGO DELL’ANIMA”

Mistero e passione, la spi­ritualità del Gargano resta il luogo del cuore di Lorenzo Fontana che vi ha fatto ritorno anche quest’anno. Il secondo presidente più giovane della Camera dei Deputati dopo Irene Pivetti (31 an­ni), eletto il 14 ottobre di un anno fa a 42 anni, ha trascorso le vacanze di Ferragosto nel resort Gattarella alle porte di Vieste con la moglie Emilia e la piccola An­gelica, auspice la devozione per San Michele Arcangelo e San Pio, i due poli d’attrazione per i cristiani nel mondo, che il presidente della Camera è tornato a visitare in forma privata recandosi in due distinte giornate a Monte Sant’An­gelo e da San Pio a San Giovanni Ro­tondo il giorno di Ferragosto. «Luoghi dell’anima – confessa in questa inter­vista – che meri­terebbero di essere più conosciuti in tutto il mondo per ciò che rap­presentano».

San Michele e San Pio, due santi energici e risoluti: caratteristiche utili anche in po­litica, è per questo che l’affascinano?

«La storia di San Mi­chele sul Gargano ha più di 1500 anni alle spalle. Questa terra è sacra, un culto rinvigorito da Padre Pio. La Grotta di San Michele è un posto unico, trasmette sì tanta forza, ma anche una spiritualità unica».

La sua devozione per San Michele appare però più spiccata.

«San Francesco quando venne nel Gar­gano non si sentì degno di entrare nella Grotta, l’Arcangelo incute una certa soggezione. Io ci sono venuto in pel­legrinaggio anche l’8 maggio, ora siamo nella Quaresima di San Michele, fino al 29 settembre i devoti vivono questo momento con grande partecipazione».

Lei è considerato un cattolico ra­dicale, ma il Gargano è forse il luogo che ha visitato di più e non per turismo.

«Vi sono arrivato la prima volta per turismo, avevo 5 anni, ero naturalmen­te con i miei genitori. Ricordo che il mio papà aveva l’Alfasud, ci fermammo a Peschici. Sono poi tornato altre volte nel 2001, 2007, 2010, 2017, quest’anno è già la seconda volta. In effetti la fede è il tratto che mi avvicina di più a questi luoghi».

Come se lo spiega?

«Non c’è molto da spiegare, è una sen­sazione unica che provo solo qua. Sono stato a Santiago de Compostela, Lour­des, Roma non ne parliamo. Se pen­siamo che i pellegrini visitano questi luoghi da più di un millennio, un mo­tivo ci sarà».

Il Gargano luogo dell’anima?

«Un luogo incantevole, che purtroppo di tanto in tanto subisce l’oltraggio del fuoco. L’ambiente è senza dubbio uno dei patrimoni più preziosi da difendere. Ero a San Nicola (Peschici: ndr) nel 2007 quando si sviluppò uno degli incendi più devastanti. Mi auguro che si riesca a garantire un impegno straordinario per tutelare il Gargano, io cercherò di aiutare per quanto di mia competen­za».

Che tipo di turista è Lorenzo Fon­tana, sotto l’ombrellone legge le ultime notizie?

«Non sono una persona da spiaggia, non a caso indosso costantemente la ca­micia. Approfitto del tempo libero per dedicarlo a mia moglie e a mia figlia, finalmente riuniti visto che io vivo a Roma e mia moglie con mia figlia a Bruxelles. Ne approfitto anche per com­pletare i miei studi in Filosofia (Fon­tana è già laureato in Storia, ndr)».

 Cosa ne pensa della protesta dei sindaci leghisti a proposito dei continui sbarchi di migranti?

«Fare il sindaco è un lavoro complicato, sono stato vice sindaco a Verona. Tra gli aspetti più belli c’è il contatto diretto con i cittadini. Ma i poteri sono limitati ed è questo l’aspetto più complesso. Detto questo, da quando sono presi­dente della Camera cerco di svolgere il ruolo in maniera istituzionale e super partes. In questo primo anno da pre­sidente posso dire di aver coltivato un ottimo rapporto con tutti i capigruppo e con deputati di tutti gli schieramenti».

 La politica resta la sua grande passione.

«Da bambino seguivo i comizi nella mia Verona, mi affascinavano tutti. Alla commemorazione di Gerardo Bianco (scomparso di recente: ndr) con il pre­sidente Mattarella abbiamo commen­tato proprio il peso e la levatura cul­turale che c’era in quella che consi­deriamo oggi la “vecchia politica”. Con­fesso che mi piacerebbe rinverdire quella storia e quei ricordi grazie al­l’esperienza e al contributo del nostro Presidente, figura di altissima levatura morale. Non ne abbiamo avuto ancora il tempo, spero che un giorno possa av­venire».

gazzettadelmezzogiorno