La Puglia è al secondo posto nella classifica del mare violato in Italia (dopo la Campania e prima di Sicilia, Lazio e Calabria), al12° posto nella classifica che mette in relazione il numero reati per km di costa (7,4 per m nella nostra regione). Spetta alla Puglia il secondo posto nella classifica del ciclo illegale del cemento nelle regioni costiere nel 2022, con 65352 controlli che hanno evidenziato 1282 reati con 1391 persone denunciate e arrestat con 281 sequestri effettuati per 1100 illeciti amministrativi e 3334 sanzioni amministrative.
“L’impegno profuso da forze dell’ordine e volontari nella battaglia quotidiana agli illeciti permette di stringere la morsa attorno a ciclo vizioso che riguarda il nostro mare e la nostra costa. Ma non basta purtroppo – spiega Daniela Salzedo, direttrice di Legambiente Puglia – perché da una lato la storica presenza di organizzazioni criminali sul nostro territorio e dall’altro la tendenza a trattare il mare e la costa con sufficienza e colpevole sciatteria da parte di comuni cittadini ed imprese, determinano un numero di reati che continuano a non rendere giustiza al lavoro solto in Puglia”.
La Puglia sale al secondo posto nella classifica che riguarda l’inquinamento del mare, giungendo dalla quarta posizione nell’ultimo report: 559 gli illeciti in questa materia accertati lo scorso anno dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, pari all’11,8% del totale nazionale, sebbene in flessione rispetto ai 753 del 2021.
Anche sull’incidenza dei reati connessi al mare inquinato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, che sale dal 51,8% del 2021 al 52,5% del 2022. Resta alta, insomma, la pressione dei fenomeni più gravi d’illegalità in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. E la Puglia, purtroppo, su 115.709 controlli, vede contestare 2492 reati, con 2465 persone denunciate e arrestate, 563 sequestri, 3931 illeciti amministrativi e 6173 sanzioni amministrative.
“Non abbiamo intenzione di mollare la presa – prosegue la Salzedo – Legambiente Puglia sarà impegnata come sempre su tutti i fronti che riguardano le risorse del nostro territorio attravers ole ttività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie alla Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna ‘Spiagge e fondali puliti’, avanza oggi otto proposte all’Esecutivo Meloni che mettono in sintesi al centro la lotta all’abusivismo, alla maladepurazione e alle illegalità. Tutta la rete di Legambiente resta impegnata su tutti questi fronti”.
Nel 2022 oltre 400 tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate: anche qui la Puglia è al secondo posto della classifica per i sequestri con 84287 kg di prodotto. Il mondo della pesca pugliese è funestato da 517 reati specifici sugli oltre 17800 controlli effettuati, con 536 persone denunciate o arrestate con 45 sequestri effettuati.
In materia di violazioni del codice della navigazione (anche in aree protette) a guidare la classifica regionale con 151 reati è il Lazio, che era in terza posizione nel 2021, seguito dalla Sicilia con 141 reati (ottava nel precedente Rapporto) e dalla Puglia con 134 reati, settima nella classifica del 2021.
“Tredici anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica da sempre impegnato contro illegalità e speculazioni e che Legambiente ha conosciuto e premiato consegnandoli le cinque vele. Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è importante che anche le realtà territoriali facciano la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili: dalle demolizioni affidate ai Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori fino alla lotta alla pesca illegale”.
Come sempre, tuttavia, Legambiente non si ferma alla semplice rilevazione del problema ma prova a fare alcune proposte concrete per migliorare la situazione delle nostre coste e creando una sinegia tra istituzioni e forze dell’ordine impegnate nella lotta ai reati ambientali che interessano mare e costa.
Legambiente formula, dunque, otto proposte e le indirizza oggi al Governo Meloni per tutelare in maniera più efficace uno straordinario patrimonio ambientale del Belpaese:
– ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
– rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
– rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
– efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
– migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA), approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
– regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
– promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa;
– attuare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.