L’economia italiana frena più del previsto e Puglia (al 17esimo posto) si conferma tra le regioni più «povere» per quanto riguarda il Pil pro-capite, reperito grazie alle ultime rilevazioni effettuate dall’Istat e calcolato sulla base del rapporto tra il Prodotto interno lordo (che misura il livello dei beni e servizi di una nazione, dunque il benessere economico di quest’ultima) e il numero di abitanti.
Nel secondo trimestre del 2023 il Pil è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei , confronti del secondo trimestre del 2022. Lo rende noto l’Istat che ha rivisto al ribasso la stima diffusa in via preliminare lo scorso 31 luglio di una riduzione congiunturale dello 0,3% e di una crescita tendenziale dello 0,6%.
Alla luce dei nuovi dati è stata rivista al ribasso anche la variazione acquisita per l’intero anno che passa dal +0,8% stimato a fine luglio al +0,7% diffuso nei giorni scorsi sempre dall’Istat.
Nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato ima performance inferiore a quella della media europea e dei principali partner.
A fronte del -0,4% registrato dall’economia italiana, il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia ed è rimasto stabile in Germania.
A livello nazionale, invece, si acuisce il divario tra le regioni italiane del nord e quelle del sud in termini economici.
Per definire quali sono le regioni italiane più ricche d’Italia e quelle più povere, un dato fondamentale da tenere in considerazione è il Pil prò capite ovvero il prodotto interno lordo per singolo individuo. Secondo i dati Istat e Mef e quanto riportato da «Trend-ordine» (giornale indipendente con focus su finanza ed economia), la regione «più ricca» è il Trentino Alto Adige, con un Pil pro-capite di 42.300 mentre la più povera è la Calabria con 17.100.
Al 17esimo posto, come detto, troviamo la Puglia (con una popolazione di poco superiore ai 3 milioni e 900mila abitanti) con un Pil per singolo individuo di 19mila euro.