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VIA ALLE DOMANDE PER L’AGRO FOTOVOLTAICO

Tra le azioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza c’è anche quello legato ai parchi agrisolari, con il previsto finanziamento per acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività delle imprese beneficiarie, vale a dire imprenditori agricoli (in forma individuale e societaria), imprese agroindustriali, cooperative agricole, associazioni e raggruppamenti temporanei di imprese, reti di imprese e comunità energetiche rinnovabili.
Gli impianti devono avere una potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1.000 kWp.
I contributi si possono chiedere anche per l’installazione dei sistemi di accumulo di energia elettrica e/o di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile, oppure per eseguire uno o più interventi complementari
di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture, per esempio la rimozione e lo smaltimento dell’amianto dai tetti, la realizzazione dell’isolamento termico o la realizzazione di un sistema di aerazione.
Con il regolamento operativo emanato a luglio scorso, adesso è possibile sapere che un investimento è ammissibile a condizione che l’obiettivo sia quello di soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda e che la capacità produttiva annua non superi il consumo medio annuo combinato di energia termica ed elettrica dell’azienda agricola, compreso quello familiare. Comunque sia, la vendita di energia elettrica è consentita nella rete, purché sia rispettato il limite di autoconsumo medio annuale.

E’ disponibile un residuo di circa 1 miliardo di euro, dopo una prima erogazione di 500 milioni, ma suddiviso per tipologia di beneficiari e di interventi: imprese agricole (697 milioni), imprese attive nella trasformazione di prodotti agricoli (150 milioni), per prodotti non agricoli (75 milioni).
La quantità massima dell’aiuto prevista dal bando è l’80% delle spese ammesse per le imprese agricole di produzione primaria, e scende dall’80 al 50%, a scalare in base alla potenza massima installata, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli, con possibilità di incrementare di un ulteriore 10% o 20% alle medie e piccole imprese. Per le imprese di trasformazione in prodotti non agricoli e per le imprese di produzione primaria che superano in vincolo dell’autoconsumo, invece, l’aiuto massimo è pari al 30% delle spese ammissibili.

Le domande devono essere presentate esclusivamente sulla piattaforma informatica Gestore Servizi Energetici fino al termine massimo delle ore 12 del 12 ottobre 2023. Dovranno contenere tutta la documentazione relativa alle imprese partecipanti, agli immobili interessati dall’intervento, all’attuale consumo energetico, oltre allo schema elettrico di progetto.
E’ bene precisare che si deve trattare di immobili iscritti in catasto in categoria D/10 o con apposita annotazione di ruralità, nonché anche ammessi gli immobili privi della categoria rurale o della annotazione, a condizione che siano strumentali all’attività esercitata dal beneficiario (codice Ateco prevalente) e che la strumentalità effettiva sia attestata tramite opportune evidenze documentali, o da una relazione tecnica descrittiva.


   studioviolafeliciano@alice.it