E VENNE IL PARCO NAZOPNALE DEL GARGANO
La legge 394 del 06.12.1991 prevedeva l’istituzione del Parco Nazionale del Gargano e con Decreto del Ministero dell’Ambiente in data 04.11.1993 è stata definita la perimetrazione provvisoria di salvaguardia successivamente modificata in base alla richiesta formu- – lata dal Comune di Vieste con deliberazione consiliare del marzo
- con la quale si richiedeva l’esclusione delle località Chiusa, Pila Rotonda, Toppo del Carpinese e Piscina Romanella e con l’inclusione dell’area costiera di Pugnochiuso.
La perimetrazione definitiva, contenuta nel D.P.R. 5 giugno
è stata oggetto di ricorso da parte della Federazione Italiana della caccia ed annullata dal TAR Lazio nel 1998.
Nello stesso anno l’Amministrazione Comunale adottò una delibera, con la quale proponeva al Ministero dell’Ambiente di escludere, dal territorio del Parco, l’area compresa tra le località Canale Macinino, Valle della Menolecchia, Pilone del Prete e le località Pagliaro Freddo, Vallone S. Maura e Lama le Canne; tale proposta è stata accolta come previsto nell’accordo siglato il 14 Settembre 1999 e presa d’atto da parte del Comune per la fine dello stesso mese.
La delimitazione in via definitiva della nuova perimetrazione con la relativa zonizzazione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 1° Ottobre 2001 e riportata nel D.P.R. 18 maggio 2001; ne fanno parte i seguenti Comuni: Apricena – Cagnano Varano – Carpino – Ischitella – Lesina – Manfredonia – Mattinata – Monte S. Angelo – Peschici – Poggio Imperiale – Rignano Garganico – Rodi Garganico – San Giovanni Rotondo – San Marco in Lamis – Sannicandro Garganico – Serraca- priola – Isole Tremiti – Vico del Gargano – Vieste; l’area compresa nel Parco ha una superficie complessiva di 120.000 Ha circa.
Il debutto del Parco, all’inizio del 1995, ha posto in evidenza talune situazioni di campanilismo con molti nodi da sciogliere, dalla scelta della sede alla nomina dei componenti dell’Ente, a cominciare dal direttore nominato poi dal ministro uscente Altero Matteoli.
Anche la scelta della base operativa dell’area protetta ha costituito un momento di conflittualità, perché non si decideva dove ubicarla e se utilizzare le strutture esistenti o realizzarla ex novo. Quattro centri si contendevano la scelta della sede, dal Comune di S. Marco in Lamis che proponeva il bosco di S. Matteo, a Vico del Gargano che rilanciava la candidatura della Foresta Umbra e poi S. Giovanni Rotondo che disponeva di una palazzina attrezzata immersa nel verde, molto vicina al lago di Sant’Egidio ed, infine, Monte S. Angelo ove ha attualmente sede l’Ente, ospitato nell’edificio della Comunità Montana del Gargano in Via S. Antonio Abate.
Negli anni successivi, l’Ente si è dotato di organismi che hanno consentito la gestione degli atti amministrativi.
Verso la fine del 2003, a tutte le Comunità interessate, è stato presentato il progetto preliminare del Piano del Parco, costituente una tappa fondamentale delle attività di formazione degli strumenti per la gestione del Parco, comprendente anche il Piano Pluriennale Economico e Sociale ed il Regolamento del Parco.
L’elaborazione del progetto è stato affidato alla Soc. Agricon- sulting S.p.A., specializzata nel Settore. I Comuni e tutti i portatori d’interesse sono stati chiamati a dare il necessario contributo prima della elaborazione definitiva del Piano.
Il cambio della guardia alla presidenza dell’Ente è avvenuto alla fine del mese di Giugno 2004.
L’avv. Giandiego Gatta ha assunto la guida dell’Ente in sostituzione di Matteo Fusilli, mentre Filomena Tanzarella, bioioga marina di Ostuni, veniva nominata all’inizio del mese di Ottobre, nuovo direttore del Parco al posto di Matteo Rinaldi.
IL COMUNE, LA PIAZZA E… L’ADRIATICO
Le cronache ci portano al febbraio dell’anno 1950 che anticipano la notizia, secondo cui da parte del prof. Francesco Papotto era stato presentato un progetto per la costruzione di un “grande albergo” al V.le C. Colombo con il consenso del Comune di Vieste e del Demanio Marittimo; anche l’Ente Provinciale per il turismo era stato interessato a dare il proprio nulla-osta.
Il completamento del complesso alberghiero avvenne nel dicembre del 1955 ed era composto da 7 camere d’albergo, un grande bar con annesso salone per ballo ed un’ampia autorimessa; entrò in funzione nell’estate del 1956 e fu classificato albergo di 4” categoria e dato in gestione.
La struttura fu successivamente ampliata con la creazione della sala cinematografica, aumento del numero delle stanze, realizzazione dì sala ristorante ecc..
Negli anni ‘60 il complesso è stato utilizzato come base logistica da parte dell’Aeronautica Militare, che aveva la base operativa alla Foresta Umbra, e ospitò, poi, l’istituto Professionale Alberghiero prima del trasferimento nel nuovo edificio in loc. Macchia di Mauro.
L’inattività del fabbricato per oltre un decennio determinò una situazione di degrado strutturale e igienico che indusse l’Amministrazione ad emettere ordinanze di eliminazione del pericolo a tutela dell’incolumità pubblica. L’inottemperanza, opposta dagli eredi ai provvedimenti prima ricordati, ha indotto il Comune a considerare l’acquisto del complesso per un intervento di riqualificazione, finalizzato al recupero dell’area mediante l’immediata demolizione delle strutture esistenti, ormai totalmente fatiscenti.
L’interesse dell’Amministrazione si concretizzò mediante atto pubblico, stipulato in Roma nell’aprile del 1999 per il prezzo complessivo di circa £. 2.600.000.000.
Il progetto, affidato agli architetti Vincenzo Del Giudice e Francesco Forte, prevedeva la demolizione e relativa ricostruzione con destinazione a centro congressi, cinema teatro, sala polivalente e struttura ricettiva alberghiera; la realizzazione dell’intervento, come sopra rappresentato, doveva avvenire mediante appalto con permuta ad impresa, così come stabilito in una delibera consiliare dell’agosto 1999.
La soluzione progettuale adottata non è stata condivisa da alcune associazioni, non solo ambientalistiche, vivacemente dibattuta e fortemente criticata con la presentazione di petizioni, raccolte di firme e quant’altro, tutte finalizzate ad una revoca degli atti già approvati.
In pratica veniva avversata la soluzione della parte alberghiera da assegnare al partner del Comune nella costruzione dell’edificio. Dopo aver convocato le consulte cittadine, l’Amministrazione modificò il progetto che,, sostanzialmente, eliminò il previsto plesso alberghiero; si convenne di realizzare, così come da progetto definitivo, un complesso polifunzionale comprendente: sala polivalente (cinema — teatro — congressi), centro commerciale con caffetteria e spazi espositivi, centro multimediale per musica e diffusioni culturali, biblioteca civica, azienda per la promozione turistica e assessorati alla cultura e al turismo, anfiteatro all’aperto.
Qualche dato sul dimensionamento dell’opera e sul costo economico:
– Volumetria complessiva fuori terra: mc. 14.754 (pari a quella esistente);
– Superficie: mq. 4.090;
– Costo complessivo dell’opera stimato in complessivi 10 miliardi, 6 miliardi per la costruzione e i miliardo per l’arredo e il resto per l’acquisto e spese varie.
La demolizione della struttura esistente è iniziata il 23 giugno ed ultimata il 30 giugno 2003. L’ultimazione, già prevista per la fine dell’anno 2004, è stata prorogata per l’autunno del 2005, salvo imprevisti.
Nei primi mesi del 2007 è stato pubblicato il bando di gara ad evidenza pubblica per la vendita di 12 unità immobiliari della struttura in corso di completamento sulla base di una stima stabilita dell’ufficio tecnico.
Era previsto di destinare i proventi della vendita per l’acquisto di arredo del cinema teatro, centro congressi e anfiteatro e per la realizzazione della piscina coperta nell’ambito del piano integrato.
La gara è andata in onda il 5 giugno ma non ha sortito gli effetti sperati; la vendita ha comportato un introito di meno di 400.000 € e ha riguardato solo 2 unità immobiliari.
Un nuovo appuntamento, fissato per i primi giorni di dicembre, si è rivelato un flop: nessuna richiesta di acquisto è pervenuta. Non sono note, allo stato, le determinazioni che l’amministrazione intenderà assumere per le future alienazioni.
mario fabrizio 2008
6 – CONTINUA