Processo immediato dal prossimo 5 dicembre davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Foggia a 5 garganici, tra cui due presunti esponenti di spicco della mafia del Promontorio, arrestati dai carabinieri lo scorso 14 luglio e accusati a vario titolo di spaccio di un etto di cocaina per fatti avvenuti a Vieste il 4 marzo 2021; e di “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”, cioè di aver utilizzato telefonini mentre tre di loro erano detenuti nelle carceri di Terni e Lanciano.
La Dda di Bari contesta l’aggravante della mafiosità per aver agito per agevolare il clan Libergolis, “permettendone l’operatività nonostante lo stato di detenzione dei suoi vertici e in particolare consentendo al clan di continuare a mantenere il controllo sul narcotraffico a Vieste, beneficiando dei relativi introiti”.
I boss Miucci e Iannoli – Gli imputati in attesa di giudizio sono Enzo Miucci, 40 anni appena compiuti, di Monte Sant’Angelo, soprannominato “u criatur”, già detenuto dal novembre 2019 per traffico di droga, ritenuto il reggente del clan Libergolis, in guerra con i rivali Romito, gruppo ora denominato Lombardi/Ricucci/La Torre.
C’è poi Claudio Iannoli, 47 anni di Vieste, pure già detenuto dal 2018 e già condannato a 20 anni per traffico di droga, ritenuto insieme al cugino Giovanni Iannoli ai vertici del gruppo Iannoli/Perna, coinvolto nella guerra di mafia viestana con la batteria Raduano.
L’elenco degli imputati prosegue con Matteo Pettinicchio, 38 anni, di Monte Sant’Angelo, pure detenuto dal 2019, considerato un fedelissimo di Miucci; e infine i fratelli Mario e Davide Carpano, viestani di 22 e 32 anni. I primi tre furono destinatari lo scorso 14 luglio delle ordinanze cautelari in carcere firmate dal gip di Bari su richiesta della Dda; i Carpano furono posti ai domiciliari. Si dicono innocenti.
Scelte processuali – Il pm della Dda Ettore Cardinali ha chiesto e ottenuto dal gip di Bari Alfredo Ferraro il processo immediato che consente di saltare l’udienza preliminare, con prima udienza fissata il 5 dicembre a Foggia: presupposti del giudizio immediato sono evidenza della prova, interrogatorio degli imputati, istanza da formulare entro 180 giorni dagli arresti.
Gli avv. Fortunato Rendiniello per i Carpano; Salvatore Vescera per Iannoli; Innocenza Starace per Miucci; Francesco Santangelo e Raffaele Galeposta per Pettinicchio hanno alcuni giorni per valutare se chiedere il giudizio abbreviato: in tal caso gli atti processuali sarebbero inviati al gup di Bari per fissare data del processo per requisitoria, arringa e sentenza: in caso di condanne pene ridotte di un terzo.
Telefonate tra carcerati Quando Miucci e Iannoli erano compagni di cella nel carcere di Terni e Pettinicchio era detenuto a Lanciano, utilizzarono telefonini tra dicembre 2020 e autunno 2021 – sostiene la Dda – per “diramare ordini ai sodali all’esterno e rimanere in constante rapporto tra loro”. I colloqui furono intercettati dai carabinieri; dalle intercettazioni emerse “chiaramente la gerarchia tra gli indagati” si legge negli atti d’indagine: “Miucci al di sopra di Iannoli si fece annunciare da quest’ultimo che per suo conto contattò Carpano: il telefonino fu passato a Miucci che chiese all’interlocutore l’andamento dell’attività di spaccio e per accertarsi che avesse avuto contatti con Pettinicchio”.
All’indomani di questo colloquio avvenuto il 9 febbraio 2021, Miucci telefonò a Pettinicchio “per aggiornarsi con riferimento a Carpano”. Miucci: “Gli hai chiesto di dire quanto ti deve dare?”. Pettinicchio: “Si, a quanto siamo rimasti, che era rimasto con te, sei e mezzo: facciamo una cosa, faccio tre parti”.
Miucci: “Meglio ancora, bravo”. In una successiva telefonata tra i due montanari detenuti, Miucci raccomandò prudenza sull’uso dei telefonini in carcere: “Ma tu ogni tanto le schede le cambi?”. Pettinicchio: “Prima le ho cambiato, ora solo con te mi sto sentendo, io non mi sento con nessuno”.
L’arresto in flagranza – Fu intercettando queste telefonate che i carabinieri pedinarono un viestano (non è tra i 5 imputati) fermato per un controllo nel centro garganico il 4 marzo 2021 e arrestato in flagranza per il possesso di 100 grammi di cocaina: gli fu anche sequestrato un biglietto scritto a mano del seguente tenore: “dalla prossima volta non parlare al telefono, ci vediamo dove sei venuto l’altra volta: mi porti i soldi e io ti porto il servizio.
Ha detto il tuo amico: mi raccomando avvisa 2 giorni prima e brucia tutto”. In una telefonata intercettata – prosegue l’accusa – Iannoli e Mario Carpano commentarono l’arresto e il sequestro della droga; Iannoli chiese informazioni: “Ma dov’è stato? Dentro Vieste o in campagna? Sono andati i carabinieri o la polizia?”. L’accusa ipotizza che dietro l’acquisto dell’etto di cocaina ci fossero i cinque garganici ora in attesa di giudizio.