In Italia consumatori triplicati negli ultimi 5 anni, almeno 25mila i giovani dipendenti. Il farmaco inibirà il desiderio degli oppiacei.
Probabilmente non sarà in grado di fermare, e forse nemmeno di intaccare, il traffico di eroina. Ma almeno salverà i giovani (e non) dalla dipendenza e limiterà i danni di un’epidemia silenziosa ma inarrestabile.
Il vaccino anti oppiacei verrà sperimentato sull’uomo all’inizio del 2024. Obbiettivo: determinare la sicurezza e valutarne l’efficacia. Lo annuncia il National institutes for health, secondo cui il team di ricercatori negli Stati Uniti, composto da scienziati dell’Università del Minnesota e dell’Università del Montana, è arrivato al punto clou del progetto.
I test coinvolgeranno consumatori di eroina e fentanyl, l’analgesico arrivato dalla Cina (80 volte più potente della morfina) che negli Stati Uniti ha causato 80mila morti in un anno. Il vaccino potrebbe offrire protezione dall’overdose per due – quattro anni, ma si tratta di una stima ancora in via di valutazione. In che modo?
Il siero insegnerà all’organismo a creare anticorpi in grado di riconoscere le molecole di un oppioide bersaglio, attaccarsi a esse e impedirgli di entrare nel cervello. Di fatto spegnerà tutti gli effetti piacevoli che la sostanza dà, ammazzando totalmente il desiderio di assumere oppiacei e quindi la dipendenza e il rischio di overdose.
Sicuramente il vaccino, quando arriverà sul mercato, aiuterà a ridurre il numero delle morti da eroina, che il Italia rappresentano ancora il 50% dei decessi per droga, come riferisce la relazione annuale 2023 del Dipartimento per le politiche antidroga.
L’uso di eroina riguarda 750mila persone, tre volte tanto quelle registrate nel 2017. Tra queste anche 25mila studenti. Non si tratta più del tossico sulle panchine con ago e accendino. Ma anche se il fenomeno è meno visibile (almeno rispetto all’uso di altre sostanze), l’eroina è persino più pericolosa rispetto al passato.
La tendenza dei narcotrafficanti è quella di potenziarla aumentando la percentuale di principio attivo per «affamare» il consumatore e fidelizzarlo. Il parco clienti in questo modo si allarga. Altra differenza – non solo formale – è nel «marketing»: non si usa quasi più iniettarla perché la siringa è un oggetto invasivo, immediatamente associato alle infezioni e a persone che vivono ai margini della società.
L’eroina è invece usata di frequente da persone perfettamente al centro della società che la fumano o inalano. Le conseguenze non sono diverse. Viene venduta fra i 20 e i 50 euro al grammo. Prezzi che cercano di intercettare anche le tasche dei giovanissimi.
Il principio del vaccino che spegne il desiderio di drogarsi potrebbe essere un aiuto importante anche nella lotta contro l’eroina dei poverissimi, la desomorfina (il cosiddetto krokodil), dieci volte più potente dell’eroina e altamente letale: è la droga cannibale che mangia la carne, la pelle, gli organi – fino al collasso – e trasforma in zombie i suoi utilizzatori.
Le applicazioni si estenderanno anche ad altre sostanze: la Dea, ad esempio, ha emesso un avviso di sicurezza sul carfentanyl, definito «un oppioide sintetico 10mila volte più potente della morfina e 100mila volte più potente del fentanyl».
maria sorbi