L’operazione di salvataggio delle politiche di incentivazione al turismo pugliese passerà, come previsto, dai fondi del Piano operativo complementare. Oggi la giunta regionale approverà infatti una delibera per rifinanziare, anche per il 2024, le attività di Pugliapromozione, messe a rischio dalla riforma dei fondi di coesione con cui il governo ha chiuso i rubinetti alle Regioni. E gran parte dei 20 milioni arriva, appunto, dal Poc.
La delibera predisposta dall’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, d’intesa con il vicepresidente e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, preleva infatti 4,8 milioni di euro dal fondo di riserva per garantire la quota di fondi propri, ma apposta il 70% delle risorse necessarie sul Piano operativo complementare, approvato nel 2020 come «complemento» ai fondi europei Fesr e Fse della passata programmazione. Di questi, 19 milioni andranno a PugliaPromozione e un milione serviranno a rifinanziare gli avvisi «Infopoint» e «Ospitalità» gestiti direttamente dalla Regione.
Parliamo dei fondi che sostengono la programmazione strategica, in cui ima delle voci più importanti (2,2 milioni) sono i soldi necessari a coprire i costi per la partecipazione alle fiere di settore a partire dalla Bit di Milano su cui negli scorsi mesi si è molto polemizzato. La stretta sull’uso dei fondi di coesione voluta dal ministro Raffaele Fitto con il decreto Sud ha infatti tolto alla Regione lo strumento utilizzato per sostenere sia cultura che turismo, innescando una corsa contro il tempo: il bilancio autonomo non ha infatti spazi finanziari tali da garantire i finanziamenti, e dunque l’unica strada possibile sono i fondi europei. Da qui l’idea di utilizzare il Poc, in cui sono transitati 2,67 miliardi di euro destinati a pagare i progetti «ritardatari» della programmazione europea per i quali c’è tempo fino al 2026.
PugliaPromozione, diretta da Luca Scandale, ha già predisposto le schede di azione per il 2024 del piano strategico Puglia365. Nel documento sono descritte le iniziative da finanziare in continuità con quelle già in corso: dall’accoglienza turistica in porti e aeroporti alle azioni di co-marketing per il mercato delle crociere, dalle campagne di comunicazione internazionali ai finanziamenti per i grandi eventi, dai soldi per alcuni grandi spettacoli dal vivo alle banche dati della ricettività e dei flussi turistici, fino appunto al calendario di fiere ed eventi, ai workshop, agli incontri con gli operatori del settore all’ospitalità di tour operator, agenti di viaggio e influencer.
Dopo l’approvazione della delibera la Regione firmerà un addendum alla convenzione con PugliaPromozione, in tempi compatibili per evitare il tanto temuto disimpegno dalle fiere internazionali.
Resta da risolvere il nodo, altrettanto sensibile, dei fondi per il sistema della cultura. La scelta di approvare ima variazione di bilancio solo per il turismo segnala una scala di priorità da parte della giunta, visto che i 5-6 milioni che ancora mancano sono essenzialmente destinati a sostenere produzioni e festival cinematrografici.
I soldi alla fine arriveranno anche per loro, ma probabilmente con una riduzione di budget. La singola voce di spesa più importante, il festival del cinema di Bari, è oggetto di riflessioni e tentativi di compromesso. Bifest è un marchio registrato di proprietà del direttore artistico Felice Laudadio, che con la Regione aveva un accordo scaduto quest’anno e finora non rinnovato. Al momento non sembrano esserci margini, e dunque difficilmente ci sarà un «Bifest» neU’aprile-maggio 2024.
L’ipotesi prevalente è che il festival del cinema di Bari, organizzato direttamente dalla Apulia Film Commission, slitti all’autunno del prossimo anno senza il vecchio nome e con una robusta cura dimagrante sul fronte del finanziamento pubblico.
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