Trema la sanità pubblica pugliese. E non solo quella nostrana. La scorsa settimana, infatti, il Governo ha varato la Nadef, ovvero la cornice che definisce la prossima legge di bilancio. A preoccupare i camici bianchi è uno degli articoli in bozza che prevede la revisione delle aliquote di rendimento per le quote retributive delle pensioni liquidate dal 2024 in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico. Tra queste anche quelle del personale medico.
Il timore più grande è legato alla possibilità che quella parte dei medici con i contributi sufficienti chiedano il prepensionamento per non subire la mannaia introdotta dal Governo. Solo in Puglia, sono in trecento. In tutto il Paese si perderebbe immediatamente il 7 per cento degli anestesisti rianimatori e dei medici di pronto soccorso e il 2 per cento annuo per i prossimi quindici anni. Per effetto valanga ad abbandonare il lavoro pubblico saranno molti di più, e di questo passo in meno di 10 anni oltre il 60 per cento del personale necessario a far funzionare sale operatorie, rianimazioni, pronto soccorso, potrebbe finire con l’essere appaltato nel privato convenzionato.