Menu Chiudi

AFFITTI BREVI, PER GLI HOST DI AIRBNB E BOOKING I CONTROLLI SULLA CEDOLARE SECCA (E RISCHIO DOPPIA SANZIONE)

Mentre la maggioranza è al lavoro anche sugli affitti brevi – sembra reggere l’intesa sull’aliquota al 26% della cedolare secca solo dal secondo appartamento affittato – arriva la stretta sui controlli (in cui entrerà il codice identificativo Cin). Dopo il sequestro monstre di 779 milioni a AirBnB ora i controlli del fisco interesseranno i proprietari e i gestori dei bed and breakfast che operano attraverso la piattaforma.

Da quanto si apprende, «gran parte» dei proprietari ha beneficiato della scelta «illecita» di Airbnb per cui il gip di Milano Angela Minerva, su richiesta della procura, ha disposto il sequestro. La società avrebbe omesso di dichiarare nei redditi per gli affitti brevi gran parte degli host che, tra il 2017 e il 2021, hanno generato un giro d’affari per oltre 3 miliardi e 700 milioni.

Il controllo sulla cedolare secca del 21% sarà fatto caso per caso e gli host rischiano la doppia sanzione dal Fisco. Nel dettaglio, in caso di omessa dichiarazione del canone di locazione, la sanzione amministrativa va dal 240% al 480% (con un minimo di 500 euro). In caso di dichiarazione infedele la sanzione amministrativa va dal 180% al 360%.

Al momento i controlli interesseranno gli host “non professionali”, sono esclusi i proprietari che svolgono l’attività di affitto con partita Iva, chi gestisce più di quattro appartamenti e gli affitti lunghi cioè superiori a 30 giorni. Cosa succederà ora? I legali della piattaforma hanno preso contatto con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate per discutere dei possibili orizzonti dell’indagine, anche di un eventuale accordo tra le parti. La strada più breve per Airbnb è quello di arrivare a un accordo con il fisco per evitare di dover rispondere anche di eventuali omissioni fiscali fino al 2023.

corrieredellasera