C’è un atto dirigenziale dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia – quello del 16 ottobre – che fino al 21 gennaio 2024 autorizza il prelievo in deroga degli storni nelle aree maggiormente compite dal fenomeno causato dai cambiamenti climatici, con quantitativo massimo pari a 10mila unità.
Ogni operatore potrà prelevarne fino dieci al giorno e trenta in tutta la stagione. E’ invece di 100 il numero massimo degli operatori da autorizzare con priorità accordata a quelli residenti nei comuni ricadenti nelle aree di intervento o iscritti agli Atc di Foggia. Garantito il 3% in ogni comune colpito.
Gli abbattimenti possono essere effettuati esclusivamente in presenza di oliveti con frutto pendente e ad una distanza non superiore a 100 metri dalle colture olivicole in frutto.
Sono migliaia gli storni in campagna che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno nelle aree del Gargano nell’epicentro, perlopiù tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia, dove il fenomeno delle nubi di uccelli è divenuto quotidiano e pressante. Particolarmente colpite anche le aree di San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, San Nicandro Garganico e Cagnano Varano, con un danno che si attesta tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi.
Coldiretti Puglia fa notare inoltre che non vanno sottovalutati nemmeno i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato.
Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica: i cinghiali, ma anche lupi e cani inselvatichiti, distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati; gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, ma anche i pappagalli verdi che divorano frutta e mandorle, con un danno pari ad oltre 20 milioni di euro.