Il movimento politico “L’Altra Italia” sferra un duro attacco alle linee di gestione dell’Ente Parco del Gargano in materia di ristori alle aziende zootecniche colpite dalla incursioni della fauna selvatica.
A nome di tutti parla il segretario nazionale Saverio Siorini:“Parlare o scrivere di attacchi da fauna selvatica o evidenziare la sofferenza, le lacrime dì coltivatori, di allevatori è oramai risaputo, che non attira più i lettori.
E questo grazie alla forza che imprime sul territorio del Gargano l’Ente Parco con i suoi miseri aiuti, con i suoi comodi contributi alle aziende colpite da cinghiali, lupi o ibridi – esordisce il presidente in un documento -. Sono stanco di toccare con mano le sofferenze degli allevatori che vedono dimezzarsi il proprio gregge giorno dopo giorno, vedere gli agricoltori inventarsi recinti di protezione per difendersi da devastazioni di numeri altisonanti di cinghiali, insomma, tutto ciò che piace al Parco.
Diciamocelo francamente, non nascondetevi sotto norme, leggi, disposizioni e così via; ditelo a chiare lettere che l’allevamento deve sparire per far posto ad orsi, lupi, cinghiali, vipere, scoiattoli ecc. Ditelo che le attività di agriturismo, b&b, ristorantini non devono svilupparsi perché potrebbero appropriarsi di spazi che dovranno essere considerati di proprietà del Parco, e poi aggiungiamo, l’incremento delle spese, quelle reali, luce, gasolio, mangimi, fida pascoli, per non parlare poi della vendita dei prodotti realizzati dal latte, oggi, bisogna competere con grandi aziende che producono decine di quintali di prodotto grazie all’acquisto del latte proveniente dall’estero con prezzi molto al di sotto del mercato locale (oltre del 40% ) e pertanto vedere i piccoli allevatori vendere i loro eccellenti prodotti porta a porta oltre che applicare un prezzo al di sotto della sua vera quotazione”
Siorini continua con la sua denuncia: “Il Parco non vuole la Riperimetrazione perché si restringerebbe molto l’area Parco, non vuole rivedere il suo regolamento perché non ci sarebbero più fondi per i loro sogni, il Parco non vuole che ci siano personaggi politici e non che si interessano ai residenti e alle aziende che sono all’Interno ed ecco che, con regalini, interventi fiume cercato di mettere un bavaglio a chi evidenzia criticità.
La loro vittoria è la tutela passiva, la tutela mediante vincoli, con divieti, con obblighi di autorizzazione paesistica con costi esorbitanti da parte del titolare di quell’aria, acquisita dai suoi avi ad opera di fatica e sudore e anche, perché no, sfruttamento da lavoro subiti all’estero” conclude l’esponente nazionale de L’Altra Italia.