Lo ha dichiarato il presidente del Sib (sindacato balneari), il pugliese Antonio Capacchione «Siamo impegnati a impedire che una applicazione non corretta della Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie».
«Il parere della Commissione europea non pregiudica una giusta soluzione della questione balneare. Il governo nella interlocuzione con la commissione europea faccia valere i risultati raggiunti dal tavolo tecnico perché è possibile garantire una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti».
E’ quanto dichiarato dal presidente del Sib (sindacato balneari), il pugliese Antonio Capacchione, dopo l’ultimatum rivolto al governo dalla Commissione europea, che ha concesso due mesi di tempo al governo per la presentazione di osservazioni in merito al mancato adeguamento sulle concessioni balneari secondo la direttiva Bolkestein. «È possibile e doveroso – dice ancora Capacchione – conciliare una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti così come prescritto proprio dal diritto europeo: dal legittimo affidamento di coloro che hanno confidato nelle leggi dello Stato alla proprietà aziendale.
E noi siamo impegnati a impedire che una applicazione non corretta della Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie che hanno avuto l’unico torto di aver creduto nelle leggi dello Stato e con esse il nostro Paese. Confidiamo – conclude -in una soluzione strutturale»
Da anni l’Europa chiede all’Italia di mettere a gara le concessioni balneari per il principio della libera concorrenza, ma finora ha ricevuto soltanto risposte per prendere tempo. L’Italia ha annunciato una ricognizione sulla disponibilità delle aree disponibili sostenendo che ne esiste ancora libera una quota del 67 per cento. Ciò significa, secondo il governo italiano, che non c’è scarsità del bene da assegnare.