Fino a qualche anno fa, l’idea che si nasce maschi o femmine, che i primi hanno cromosomi XY e le seconde XX, che la differenza sessuale è biologica e reale, che soltanto le donne possono dare alla luce un bambino era così ovvia da non meritare neanche di essere ribadita. Poi, in maniera inesorabile, ha iniziato a farsi strada una nuova teoria, quella del gender: il sesso “percepito” è diverso da quello biologico, e donna, uomo o “altro” si diventa, non si nasce.
Giulio Meotti racconta come questa teoria antiscientifica sta egemonizzando la scienza, fino a mettere in discussione non solo l’esistenza dei due sessi ma l’intera cultura occidentale: a partire dall’accademia e dalle scuole, fino all’intrattenimento e al sistema economico. Chi dissente da questa ideologia sempre più pervasiva viene punito, licenziato e demonizzato, travolto da una forma di neoinquisizione, una dittatura del pensiero unico che mina i fondamenti della nostra civiltà. Perché se non possiamo più dire che esistono i maschi e le femmine, allora non possiamo più dire né pensare niente, e, allo stesso tempo, diveniamo capaci di credere a tutto.
In fin dei conti è del sesso degli angeli che si discuteva tra i dotti di Costantinopoli mentre la città cadeva sotto i colpi dei turchi.
“Una teoria antiscientifica che annulla la natura e la distinzione dei sessi”
L’autore del saggio “Gender”: “Le differenze biologiche non possono svanire. Ma si vogliono cambiare le leggi e la mentalità con una neo-lingua ideologica”.
Giulio Meotti, giornalista del Foglio, critico fiero e documentato della cultura woke, ha sottotitolato il suo nuovo pamphlet – Gender (Liberilibri) – «Il sesso degli angeli e l’oblio dell’Occidente» perché è del sesso degli angeli che si discuteva tra i dotti di Costantinopoli mentre la città cadeva sotto i colpi dei turchi. Così l’Occidente, sotto i colpi di una nuova guerra culturale, disquisisce sulla questione assurda del sesso e del gender.
Meotti, secondo la teoria del gender il sesso cui una persona sente di appartenere è diverso da quello biologico. Insomma, non si nasce donna o uomo, ma si diventa ciò che si preferisce.
«Sì, nel senso che una piccola teoria nata nei campus di Berkeley, West Coast americana, accolta all’inizio con una scrollata di spalle, niente più di una provocazione intellettuale dei ceti radical, è diventata la più grande ideologia del nostro tempo, investendo anche l’Europa. Il genere sostengono è quello che si fa. Così si cancella la natura in nome della cultura. E poi si arriva a una sorta di ingegnerizzazione personale, che ti permette di passare quando vuoi da un sesso all’altro, senza più neppure un processo medico e psicologico: ora basta una dichiarazione all’anagrafe».
Non capisco: dove vanno a finire i cromosomi XY maschili e XX femminili?
«Le differenze biologiche spariscono. E la frase di Simone de Beauvoir Donna non si nasce, lo si diventa, tolta dal suo contesto, viene realizzata in nome di un’ideologia androgina; è una riscrittura dell’umano, spingendo anche un biologo come Richard Dawkins, alfiere dello scientismo, a rispondere che il sesso è dannatamente binario: o sei donna o sei uomo».
Ormai non è neppure più vera l’affermazione che solo le donne possono partorire.
«Eh sì: Orwell vive e lotta insieme a noi. È una rivoluzione che vuole cambiare le leggi e la mentalità con una neo-lingua. Ma è un fake: i maschi che partoriscono sono solo donne biologiche che si definiscono uomini. Se ci pensiamo, è un atteggiamento fortemente misogino, che umilia le donne».
Cosa pensa del fatto che si possa consentire ai bambini di considerare la loro identità di genere non correlata al sesso biologico?
«Finché parliamo di Luxuria, va bene. Gli adulti in una società liberale fanno ciò che vogliono. Ma se si porta l’offensiva nelle scuole, nelle cure pediatriche, dove non c’è scelta, allora è uno scandalo. Per fortuna ci sono persone come la scrittrice J.K. Rowling, coi suoi milioni di follower, che combatte tutto ciò».
A costo della gogna.
«Infatti. Le fanno pagare la sua eresia. L’aver detto Chiamatevi come volete, vestitevi come volete, andate a letto con chi volete, ma non potete cancellare la differenza sessuale tra maschi e femmine».
Com’è possibile che la teoria del gender, antiscientifica, stia egemonizzando la scienza in cima a tutte le agende politiche?
«Un po’ perché gli attivisti sono fanatici, tendenzialmente fascisti, che riescono a intimidire ambienti che non spiccano per coraggio. Un po’ per gli interessi economici che girano attorno alla questione. E un po’ perché gli scienziati hanno abbandonato il vero metodo scientifico che è quello di mettere in discussione il dogma, finendo per sprofondare nel conformismo».
Della pericolosità dell’ideologia di genere se ne avvide in tempi non sospetti Joseph Ratzinger.
«È il gaio nichilismo di cui parlava Augusto Del Noce. Ratzinger, che non è stato solo un Papa, ma un grandissimo pensatore del ‘900, intuì tutto fin da quando visse la temperie del ’68 nell’università tedesca e capì che il nichilismo sarebbe stato non il credere al nulla, ma credere a tutto. Ci siamo arrivati».
Lei scrive: «La sinistra aveva promesso di cambiare la società e ha fallito; ora si propone di cambiare l’uomo».
«È la sinistra schizofrenica che mischia multiculturalismo, transgenderismo, consumismo. Come si può tenere insieme il libertinismo radicale con la difesa del velo islamico? È una sinistra che ha perduto il ceto popolare e così cerca il consenso delle minoranze e delle élite. Un cortocircuito destinato a saltare. Non puoi marciare con il mondo Lgbtq e nello stesso tempo sfilare sotto le bandiere di Hamas».
luigi mascheroni