Non è firmata dal maestro Fellini ma c’è una «città delle donne» anche in Puglia ed è Foggia. Meglio, una città che passa dal commissariamento per mafia alla rivoluzione declinata al femminile. Tutto in due mesi: il 23 ottobre con l’elezione della prima sindaca della città, Marida Episcopo, con il 53% (al primo turno) alla guida della coalizione cosiddetta del “campo largo”; ieri, 14 novembre, con l’elezione alla presidenza del Consiglio comunale di Lucia Azzarone (attuale presidente regionale del Pd), alla vicepresidenza dell’assemblea municipale di Concetta Soragnese_ (consigliere di opposizione di Fratelli d’Italia) e con la nomina a vicesindaco di Lucia Aprile (Cin- questelle).
Mai nella storia di Foggia si era registrata questa concomitanza di incarichi nella piramide del potere comunale. Tutte donne in un mix intergenerazionale che la dice tutta anche sul cambio di passo che si sta impostando nel capoluogo daunio.
In giunta su 9componenti (oltre alla sindaca), quattro donne: la già citata Aprile (con delega all’ambiente) e poi la giovanissima Alice Amatore del Pd (alla cultura), Daniela Patano di Azione (al personale), Simona Mendolicchio dei Cinquestelle (al welfare). Emanuele (Pd) al bilancio, De Santis (Con) al legale,
Di Moffetta (Con) allo sport, Frattanto (Azione) alle attività produttive e Galasso (esterno, prelevato dalla giunta De Caro a Bari) a lavori pubblici ed urbanistica, completano la squadra.
Ieri durante la seduta del Consiglio comunale, la prima dopo quasi trentadue mesi, il giuramento della sindaca Episcopo che si è detta serena rispetto ai ricorsi sulla sua presunta incompatibilità e annunciato rigore e fermezza su alcuni temi, a cominciare dalla trasparenza per finire alla lotta alla criminalità, ma anche attenzione alle fasce vulnerabili e all’inclusione sociale.