Favorire l’innovazione e la ristrutturazione dell’attuale sistema produttivo long-line: incentivare e valorizzare una molluschicoltura multitrofica sostenibile e competitiva, per rilanciare sul piano economico e sociale il sistema di imprese attualmente operanti, consapevoli della propria fragilità alla prova delle crisi naturali e ambientali; acquisire conoscenze sulle condizioni ambientali relative allo specchio d’acqua nel quale insistono gli impianti di molluschicoltura del Gargano; sviluppi e attraverso innovativi approcci formativi e laboratori sul campo (living-lab); avvicinare nuovi soggetti competenti (imprenditoria femminile e giovanile) nell’impresa cooperativa, per avviare una ristrutturazione del sistema e creare nuove opportunità di investimento in acquacoltura. Questi gli obiettivi che si prefigge Mollusc, il progetto promosso dal dipartimento di scienze agrarie, alimenti, risorse e ingegneria Dafne, Università di Foggia, beneficiario del finanziamento della Regione Puglia, fondi Feamp 2014/2020, i cui risultati sono stati presentati giovedì pomeriggio a Cagnano Varano, località Bagno Varano.
Ad illustrare le prospettive future del comparto Giovanni Normanno,Università di Foggia, responsabile scientifico del progetto; Aldo Di Mola,responsabile di servizio del programma Feamp della Regione Puglia; Matteo Francavilla,docente di chimica organica dell’Università di Foggia; Tommaso Scirocco, biologo dell’ Irbim – Cnr di Lesina; Maurizio Prosperi, docente di economia ed estimo rurale dell’Università di Foggia e Gianfranco Pazienza dell’Università di Foggia.
Presente anche la prorettrice, nonché direttrice del dipartimento di scienze agrarie Milena Sinigaglia. Un ruolo fondamentale è stato per l’appunto svolto dall’Università di Foggia che è scesa in campo, o meglio in mare, a sostegno di un settore in crisi.
”E’ la terza missione dell’università – ha spiegato la direttrice del Dafne -, oltre alla didattica e alla ricerca noi ci occupiamo di questa funzione importantissima per lo sviluppo dei territori. Ancora di più in territori che possono avere problemi dal punto di vista sociale ed economico. Per me è quindi una grande gioia ma anche un grande onore venire qui in un luogo la cui bellezza mi ha entusiasmato. Sono territori che vanno scoperti e assolutamente aiutati proprio per evitare che scompaia un pezzo di economia importantissima. Non solo, va tutelata e protetta la biodiversità e l’università è in prima linea per affrontare i problemi e cercare, insieme ai territori, di risolverli”.