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VIESTE/ INFLITTI 13 ANNI AI FRATELLI CARPANO. RICONOSCIUTA AGGRAVANTE  DELLA MAFIOSITÀ

Condannati a oltre 13 anni complessivi i fratelli Davide e Mario Carpano di 32 e 22 anni entrambi di Vieste, riconosciuti colpevoli di concorso nella detenzione ai fini di spaccio l di un etto di cocaina che furono sequestrati nel centro garganico il 5-4 marzo 2021 quando un loro compaesano fu arrestato in flagranza.

Ha retto l’aggravante della mafiosità contestata dalla Dda su questi presupposti: aver spacciato per agevolare il clan Libergolis, “permettendone l’operatività malgrado i suoi vertici siano detenuti e consentendo al clan di continuare a mantenere il controllo sul settore del narcotraffico nella zona di Vieste”. Il gup del Tribunale di Bari Rossana de Cristofaro, tenendo conto della riduzione di un  terzo prevista dal giudizio abbreviato scelto dalla difesa ha inflitto 8 anni e 40mila euro di multa a Davide Carpano; e 5 anni e 4 mesi, oltre a una multa di 24mila euro, al fratello Mario.

La Dda aveva chiesto 3 anni e 6 mesi per Mario Carpano e oltre 6 anni per Davide Carpano; l’avv. Fortunato Rendiniello sollecitava l’assoluzione per i due fratelli, e in seconda istanza l’esclusione dell’aggravante con condanne al minimo della pena; il difensore farà appello contro il verdetto di primo grado.

I due giovani viestani sono detenuti ai domiciliari: furono arrestati dai carabinieri nel blitz del 14 luglio scorso, con­trassegnato dall’emissione di 5 ordinanze cautela­ri del gip di Bari chieste dalla Dda.

Nell’inchiesta so­no coinvolti anche Enzo Miucci, 40 anni, di Monte Sant’Angelo, detto “u’ criature”, rite­nuto il reggente del clan Libergo­lis; l’amico e com­paesano Matteo Pettinicchio di 38 anni; e il viestano Claudio Iannoli, 47 anni, ritenuto al vertice del clan Iannoli/Perna, al­leato dei Libergo­lis: a questi tre garganici le ordi­nanze furono no­tificate in cella perché già detenu­ti per altre vicen­de. Il processo ai 5 imputati si è di­viso per differenti scelte processuali: abbreviato per i fratelli Carpano; giudizio immediato per Miucci, Pettinicchio e Iannoli in corso davanti al Tribunale di Foggia e che riprenderà il 16 gennaio.

 Rispondono sia di concorso con i Carpano nello spaccio dell’etto di cocaina, sia di aver utilizzato in carcere telefonini. I tre imputati respingono le accuse.

La Dda sostiene sulla scorta di intercettazioni che quando Miucci e Iannoli erano compagni di cella nel carcere di Temi e Pettinicchio era detenuto a Lanciano, utilizzarono tra il dicembre 2020 e l’autunno successivo telefonini “per diramare ordini ai sodali all’esterno e rimanere in costante rapporto tra loro”. Stando alla ricostruzione di pm e carabinieri, Miucci gerarchicamente sopra a Iannoli, il 9 febbraio 2021 si fece annunciare da quest’ultimo a Carpano, al quale il capo del clan Libergolis chiese sia la situazione nello spaccio di droga sia se si fosse tenuto in contatto con Pettinicchio.

 Il giorno successivo i carabinieri intercettarono il colloquio telefonico tra Miucci e Pettinicchio, in cui si sarebbe discusso dello spaccio di cocaina.

Alla luce di quanto emergeva dalle intercettazioni, il 4 marzo 2021 i carabinieri fermarono a Vieste un giovane garganico (estraneo al processo) arrestandolo in flagranza per il possesso di un etto di cocaina; in una successiva telefonata Iannoli e Mario Carpano commentarono l’arresto in flagranza.