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AIRBNB TRATTIENE IN AUTOMATICO LE TASSE. IL SITO AGIRÀ DA SOSTITUTO D’IMPOSTA SULLA CEDOLARE SECCA. BISOGNA SCEGLIERE ENTRO IL 14 GENNAIO

Airbnb comincerà da quest’anno a trattenere dai compensi degli host la ritenuta fiscale del 21% della cedolare secca per locazioni brevi. Da ieri, infatti, l’aliquota sale al 26% dal secondo immobile di proprietà concesso in affitto per periodi inferiori a 30 giorni con obbligo di indicare all’Agenzia delle Entrate su quale casa applicare il prelievo del 21 per cento.

È stata la stessa Airbnb a comunicare ieri agli utenti che affittano tramite la sua piattaforma la possibilità di utilizzare il sito come sostituto d’imposta, così come previsto dalla normativa. «La legge italiana si legge nella mail impone a Airbnb di applicare una ritenuta fiscale del 21% sui guadagni degli host non professionali derivanti da locazioni brevi (fino a 30 notti)».

Gli host non professionali, ha ricordato il colosso del web, comprendono coloro che non hanno partita Iva e che concedono in locazione meno di 5 alloggi. Airbnb, pertanto, ha invitato la clientela a decidere se far applicare la ritenuta del 21% al portale o meno, in caso di attività professionale. La scelta dovrà essere effettuata entro il 14 gennaio. Chi non sceglierà un’opzione si vedrà automaticamente applicata la trattenuta.

Una nuova direttiva europea regolamenterà il mercato, imponendo maggiore trasparenza e responsabilità delle piattaforme come Airbnb, ma anche Expedia e Booking. Queste ultime dovranno comunicare i dati relativi agli affitti turistici, come il numero di ospiti, la durata del soggiorno, gli introiti e le tasse riscosse. In questo modo, le autorità potranno verificare il rispetto delle normative fiscali e urbanistiche. Un altro requisito, che dovranno soddisfare i proprietari di immobili destinati alle locazioni brevi, è il rispetto dei limiti di giorni annui fissati dagli enti locali, in base alle necessità e alle peculiarità di ciascun territorio. Le piattaforme saranno soggette a sanzioni in caso di violazioni delle regole, dal blocco temporaneo o definitivo dell’attività a una multa che potrà raggiungere il 10% del fatturato annuo.

L’Italia si è portata avanti nell’attuazione di queste norme con l’introduzione del Cin (Codice identificativo nazionale) prevista dal dl Anticipi. Il codice sarà rilasciato dal ministero del Turismo. Per ottenerlo gli host privati dovranno fornire i dati catastali dell’immobile, mentre chi svolge attività imprenditoriale dovrà garantire anche la sicurezza degli impianti.