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ITALIA VIVA/ RAGNI: “SAPEVAMO CHE IL PARTITO SAREBBE STATO GUIDATO DA PERSONE CHE NON C’ENTRANO NULLA CON NOI”

L’ex coordinatore provinciale: “Se vogliamo che questa comunità cresca, abbiamo bisogno che si radichi attraverso la buona politica”.

Prosegue la rivoluzione interna al partito foggiano di Italia Viva. Il pri­mo ingresso del 2024, infatti, è quello di Giuseppe Miglionico, consi­gliere comunale di San Giovanni Roton­do, che ha annunciato nei giorni scorsi la propria adesione al progetto politico di Matteo Renzi. Miglionico, personaggio con una lunga esperienza politica e am­ministrativa alle spalle, entra nella squa­dra di Italia Viva, secondo gli esponenti del partito, per partecipare alla costruzione di una proposta riformista nel territorio dauno.

Ad annunciare il suo approdo so­no stati Massimiliano Stellato, presi­dente di Italia Viva Puglia, Dino Marino, presidente provinciale del partito, e i diri­genti renziani Francesco D’Innocenzio e Giuseppe Ventrella. “Miglionico aderi­sce ufficialmente al progetto di centro di Matteo Renzi”, scrivono in un comunica­to. “Alla sua visione liberale, democratica ed europeista”, proseguono. “Siamo convinti che, grazie alla sua storia politica e umana, Giuseppe sarà da subito al la­voro per raggiungere gli obiettivi de! par­tito, per tutelare con impegno i diritti dei cittadini, e per promuovere con passione le istanze dei nostri territori”, concludono.

“A lui, il nostro benvenuto e i migliori au­guri di buon lavoro”. L’ingresso di Miglio­nico, naturalmente, rientra nel più ampio processo di rinnovamento del partito messo in atto dai suddetti dirigenti, che ha di fatto esautorato dalle proprie funzioni Aldo Ragni e Rosa Cicolella. Tutto è co­minciato lo scorso ottobre, quando il con­sigliere regionale tarantino Massimiliano Stellato, che a giugno aveva annunciato la propria candidatura alla segreteria re­gionale, aveva realizzato in provincia di Taranto un massiccio tesseramento, a di­mostrazione di quanto facesse sul serio. Secondo i dati raccolti dal quotidiano l’At­tacco, parliamo di un numero di tesserati pari a quello complessivo delle tessere dì Foggia, BAT, Brindisi e Lecce. Con Stel­lato, all’epoca, si schierarono l’ex consi­gliere regionale sanseverese Dino Mari­no, scelto come coordinatore provinciale al posto di Rosa Cicolella, e l’ex parla­mentare sipontina in quota Movimento 5 Stelle Francesca Troiano. Già allora si registrarono forti tensioni interne al partito, con un congresso nazionale disertato da tutti i coordinatori pugliesi, che aveva­no anticipato le motivazioni della loro pro­testa.

Nel documento, firmato dai coordinatori regionali Ada Fiore e Lorenzo Frattaro-

lo, nel frattempo diventato assessore presso il Comune dì Foggia, dai coordi­natori provinciali Aldo Ragni e Rosa Cico- lella, dalla coordinatrice barese Anna Maria Gentile, dai suoi colleghi Michele Diomede e N icoia Lagreca, e dalla com­ponente dell’assemblea nazionale Cate­rina Luceri, si contestava l’assurda si­tuazione venutasi a creare rispetto alla delicatissima partita delle elezioni comu­nali di Foggia del 22 e 23 ottobre scorsi, dove tre renzlani (tra cui Frattarolo) erano

candidati nella lista Tempi Nuovi a soste­gno della candidata sindaca del campo largo progressista, Marida Episcopo, mentre il neo coordinatore provinciale Di­no Marino aveva espresso da settimane il proprio sostegno al candidato sindaco civico Giuseppe Mainiero, protagonista di un quotidiano scontro con la sfidante e la coalizione guidata da Pd e M5S.

“Chi si tessera lo fa perché vuole partecipare at­tivamente alla vita del partito, ma se in Pu­glia c’è stata una percentuale così alta di non partecipazione al voto, vuol dire che quelle tessere non fanno riferimento a dei semplici militanti, ma che sono funzionali a dei progetti di acquisizione degli incari­chi di partito”, aveva commentato all’epo­ca Aldo Ragni ai microfoni del quotidiano

l’Attacco. “Il fatto che siano stati tanti gli iscritti che hanno votato solo per il presi­dente nazionale, annullando la scheda per il regionale e il provinciale, ci carica di una ulteriore responsabilità: costruire dentro Italia Viva una rete di persone che dia voce e rappresentanza alle idee per le quali molti di noi hanno aderito al parti­to”, aveva aggiunto.

A distanza di mesi dall’evento, la previsio­ne di Ragni sembra essersi avverata. Ita­lia Viva, di fatto, è passata nelle mani di Stellato e Marino, mentre lo stesso Ragni e Cicolella sono stati accantonati. A di­stanza di tempo, e dopo l’ultimo episodio, Ragni è tornato in argomento. “Quando si tiene ad un progetto politico bisogna ave­re il coraggio della verità”, ha detto. “Noi sapevamo che attraverso un tessera­mento contestato, Italia Viva in Puglia e in alcune province sarebbe stato guidato da persone che con il nostro progetto politico non c’entravano nulla e che avrebbero usato il nostro partito per mero opportu­nismo”, ha aggiunto.

“Quella di Italia Viva in Puglia è sicura­mente una piccola comunità ma fatta per la maggior parte di persone che vi hanno aderito perché credono al progetto politi­co rappresentato da Matteo Renzi. E se vogliamo che questa piccola comunità cresca abbiamo bisogno che si radichi nella società attraverso la politica, non di acquisti come se fossimo al mercato”, ha chiosato l’ex coordinatore provinciale di Italia Viva.

l’attacco